Manovra, caccia alle risorse per il taglio del cuneo fiscale. Vertice domenica, cdm martedì

Foto Roberto Monaldo / LaPresse Palazzo Chigi - Consiglio dei Ministri

ROMA – Caccia grossa alle coperture. Entro il 15 ottobre il Documento programmatico di Bilancio va inviato alla Commissione europea e nella maggioranza si lavora senza sosta per trovare le risorse per garantire in primis riduzione del cuneo fiscale e detassazione degli aumenti salariali. Il confronto tra il premier Giuseppe Conte, il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, Luigi Di Maio (M5S) Dario Franceschini (Pd), Teresa Bellanova (Iv) e Roberto Speranza (LeU) proseguirà face to face già domenica sera, con un vertice in serata a Roma. E visti gli incastri difficili nelle agende dei partecipanti, filtra che il Consiglio dei ministri per approvare la legge di bilancio e il dl fiscale (fondamentale per le coperture) possa slittare a martedì, anzichè lunedì come annunciato.

Si potrebbe dare il disco verde ad un primo testo ‘salvo intese’, prima di presentarlo in Parlamento il 20 ottobre. “Sono giorni febbrili, abbiamo avuto pochissimo tempo da quando abbiamo iniziato, faremo di più e meglio in futuro”, ha assicurato il presidente del Consiglio dalla Festa Italia 5 Stelle.

Non ci sono tantissimi margini, è il ragionamento diffuso nella maggioranza. L’impressione è che sarà usato ogni minuto disponibile: visti i 23 miliardi da usare per sterilizzare l’Iva, per la manovra 2020 ci sono solo sette miliardi. Ecco che, sfumato l’assegno unico per i figli, nelle ultime ore era spuntata per quota 100 l’ipotesi di allungare le finestre di uscita di tre mesi (ad ora di tre per i lavoratori privati e di sei per i pubblici) per risparmiare quasi 500 milioni. Ipotesi smentita con forza dal Ministero del Lavoro, che conferma fino al 2021 l’impianto (e le risorse) della riforma pensionistica e del reddito di cittadinanza. “Le modifiche non sono all’ordine del giorno”, conferma la ministra Nunzia Catalfo; una presa di posizione utile anche per placare gli animi delle opposizioni, con la Lega pronta alle barricate per difendere una delle sue misure bandiera.

Ma allora rimane da capire dove si possano trovare i fondi per ridurre il cuneo fiscale. Lo stanziamento, per quest’anno, si ferma a 2,5 miliardi: troppo pochi per avere risultati tangibili, si lamentano i sindacati. Che incontreranno il governo già la prossima settimana per chiedere uno sforzo in più per aumentare le buste paga dei lavoratori.

Palazzo Chigi punta alla lotta all’evasione fiscale (“Non si può perdere altro tempo sulle manette ai grandi evasori. Entro fine anno è da approvare”, ha detto da Napoli il capo politico del M5S Di Maio), anche se qui è difficile quantificare il reale ‘guadagno’ per le nostre casse. Qualcuno parla di 7 miliardi, con una somma importante che potrebbe arrivare in futuro ad esempio dalla digital tax per i colossi del web. Per reperire i fondi nessuno esclude che si possa tonare a ragionare di rimodulazione dell’Iva con l’ampliamento del cashback, il rimborso che sarà destinato a chi pagherà con la carta di credito o con il bancomat invece che con il contante.

L’ipotesi di tassare le Sim ricaricabili? Il no questa volta è già arrivato dal viceministro dell’Economia Laura Castelli: “Preoccupa molto sia noi 5 stelle che le aziende di telecomunicazioni, nonché i consumatori, anche per il grave impatto che avrebbe sullo sviluppo del settore e sul livello occupazionale”. (LaPresse)

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