ROMA – Manovra c’è la fiducia alla Camera. Ad annunciarlo il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani. Poi si attende il voto in Senato. Soddisfatto il ministro dell’agricoltura, Francesco Lollobrigida: “La manovra? – ha detto – Per la prima volta si è votato d’estate. C’era tempo solo per approvare ciò che era stato preparato. Ma Meloni e la maggioranza hanno voluto una manovra politica. Da ministro dell’Agricoltura – ha aggiunto – direi che seppure in carestia e con tanta grandine, ha permesso di seminare l’Italia del futuro. In un’ora e mezzo il Cdm l’ha approvata all’unanimità. Poi in Parlamento c’è stato dibattito. Questo non è un’anomalia, ma la democrazia”.
La strategia
E sulle modalità adottate dall’esecutivo Lollobrigida ha spiegato: “La strategia era nel programma: far crescere la ricchezza per poterla redistribuire”. E sulla stretta al Reddito di cittadinanza, così come promesso in campagna elettorale ha aggiunto: “Mio nonno era un piccolo imprenditore in Eritrea. Fu costretto, come tanti italiani a venir via. Fece di tutto per mantenere la famiglia. Mi ha insegnato che la dignità è nel lavoro”
Nodo pos
E’ stata direttamente la presidente dl Consiglio, Giorgia Meloni a sottolineare come “il precedente governo ha deciso che tra i suoi obiettivi doveva esserci l’obbligo di accettare i pagamenti elettronici per qualsiasi importo. Lo dico ai 5S: voi lo avete messo, e poiché era un obiettivo già centrato, più che il merito per la Commissione il problema è che se passa il principio ‘Prima mi prendo la rata, poi cambio la norma, diventa un libera tutti’. Per questo – ha aggiunto – non possiamo andare avanti su quel tipo di norma, allora ne abbiamo fatta un’altra. Non rinuncio a occuparmene per un fatto di giustizia. Sono certa del fatto che non sia giusto imporre agli esercenti di accettare pagamenti per importi molto, molto bassi”.
La critica di Conte
Ma prima che giungesse la fiducia alla manovra, il leader dei 5S, Giuseppe Conte aveva sottolineato: “Da stamattina alle 8 aspettiamo il testo definitivo e ancora stanno accumulando ritardi. Non hanno le idee chiare, sono in forte ritardo e si sono dimostrati imperiti, per esempio, sulla norma sul Pos, scritta e riscritta con vari errori”. E sulla problematica cinghiali nella grandi città, i deputati Stefano Vaccari e Marco Simiani, capigruppo Pd delle commissioni Agricoltura e Ambiente avevano detto di “aver presentato un ordine del giorno alla manovra di bilancio per chiedere al governo di fermarsi e ripartire con un provvedimento diverso che riguardi solo il prelievo degli ungulati e che ricostituisca il Comitato tecnico faunistico venatorio nazionale”.