Manovra, Conte tenta di evitare la procedura di infrazione: “Parlerò con Juncker”

Il governo italiano conta di spiegare a voce le proprie ragioni per convincere in extremis la commissione Ue

in foto Giuseppe Conte

ROMA (LaPresse) – Se le lettere non sembrano bastare, il governo italiano conta di spiegare a voce le proprie ragioni per convincere in extremis la commissione Ue a evitare la procedura di infrazione. “Sentirò Juncker all’inizio della settimana e concorderemo” la data dell’incontro, ha assicurato da Abu Dhabi il presidente del Consiglio Giuseppe Conte che ha promesso: “Mi siederò non per chiedere come modulare una procedura di infrazione. Ma per invitarlo a considerare di non avviarla”.

Le critiche di Austria e Olanda e la replica dei vicepremier

Il cielo però non sembra esattamente roseo. Dopo le dure parole di Austria e Olanda che hanno chiesto a Bruxelles di prendere provvedimenti contro l’Italia, il ministro francese Bruno Le Maire si è detto “rammaricato” che il nostro Paese “non abbia accolto la mano tesa dalla Commissione europea”. E ha chiesto di “dare prova di responsabilità” e “lucidità”.

Ma su questo punto la posizione dei gialloverdi è chiara: “Francesi, lussemburghesi, austriaci, ognuno guardasse a casa propria. L’Italia ha un governo che si occupa degli italiani, lo dico col massimo affetto: fatevi gli affari vostri e lasciateci lavorare”, ha ribadito Matteo Salvini.

Più diplomaticamente, Luigi Di Maio ha assicurato che “stiamo lavorando per non ottenere la procedura ma senza sacrificare gli italiani”. Insomma, nessun ripensamento dell’ultimo minuto in vista del 21 novembre, quando arriverà l’opinione dell’Ue.

La linea del premier Conte sulla manovra

“Non sono previste correzioni – ha spiegato Conte – Se ci sarà necessità di fare qualche ulteriore intervento per tutelare gli interessi dell’Italia lo faremo. Ma la manovra è quella”. Con l’Europa “abbiamo deciso di avviare un dialogo franco, con la lettera del ministro Tria abbiamo spiegato che manteniamo i saldi finali. Ma abbiamo fatto degli interventi importanti, siamo intervenuti per riqualificare la spesa degli investimenti destinando risorse all’emergenza maltempo e Genova ma sempre nell’interesse degli italiani”.

L’analisi del ministro Tria

Nella lettera inviata martedì a Bruxelles, ha confermato Tria, si è ribadita la strategia del governo per rilanciare la crescita in Italia. “Da una parte si intende proseguire con il dialogo con la Commissione – è il ragionamento – ma dall’altra dobbiamo anche lavorare concretamente a rendere efficaci le misure abbiamo disegnato per supportare la nostra strategia”.

Anche perché alcuni indicatori “soffrono di un alto livello di incertezza e imprevedibilità”, come “l’indebitamento netto strutturale, che difficilmente può essere considerato uno strumento di policy affidabile, ma incide sulla percezione dello stato di salute di un’economia”. E invece, ha assicurato ancora una volta, la manovra “offre una risposta sicuramente diversa da quelle del passato. Ma non per questo necessariamente meno solida o credibile”.

La stoccata all’Ue

Parlando a Padova, il ministro non ha lesinato la stoccata all’Unione: “L’Europa appare incapace di adottare politiche economiche di stabilizzazione e contrasto al rallentamento economico a livello europeo”.

A quasi 20 anni dall’introduzione dell’euro “possiamo concordare che le politiche fiscali in atto abbiano persino alimentato le divergenze tra le diverse economie”, ha attaccato ancora, definendo il quadro fiscale “troppo lasco nei periodi di crescita e troppo rigido negli altri”, mentre “le politiche espansive si possono adottare solo quando un paese è già immerso in una recessione, cioè quando è troppo tardi”.

di Antonella Scutiero

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