Milano – “C’è una delusione terribile e contagiosa. Avevamo chiesto a Giuseppe Conte una manovra capace di mettere al centro la crescita e di puntare sugli investimenti. Avevamo anche avuto l’impressione che fosse pronto a passi precisi. Poi, invece, e’ andato nella direzione opposta”. Lo ha detto il segretario generale della Cisl Annamaria Furlan in un’intervista ad Avvenire. Per Furlan è inevitabile una mobilitazione sindacale. “Questo Paese è stato scosso da una crisi economica devastante – sottolinea – . Ha vissuto anni drammatici. Poi, dopo mesi e mesi di segni meno su crescita, investimenti, occupazione, si erano cominciati a vedere timidissimi segnali. Ecco cosa diciamo oggi a Conte: noi non siamo disponibili a tornare indietro”.
La segretaria della Cisl non vuol tornare indietro sulla crescita
“Il Paese – aggiunge Furlan – non può tornare indietro sulla crescita. E invece questo sta succedendo: siamo passati dalla crescita all’1,5% all’1. Ma senza investimenti e con le grandi opere paralizzate quella percentuale andra’ ancora rivista al ribasso”. Furlan conferma la volonta’ di una manifestazione nazionale a fine mese. “Noi abbiamo il dovere di ascoltare il grido di sofferenza del nostro mondo. Lavoratori e pensionati ci hanno chiesto di chiarire al governo la nostra posizione. Per noi il tema della crescita e dunque quello del lavoro sono la sola gigantesca priorita’. Conte non l’ha capito”, dichiara.
“Siamo pronti a un confronto serio, ma il silenzio assordante del governo non ci fa pensare nulla di buono. Conte e’ ancora in tempo per rivedere le priorita’. Lo faccia, lo deve al Paese”. “Questo era il momento di scelte nette per uscire definitivamente dalla crisi. E invece vedo troppi errori. E perche’ diminuire gli investimenti sui territori? E’ tutto fermo”, sottolinea Furlan. “Crescita, fisco, lavoro, Mezzogiorno: non possiamo piu’ accettare silenzi. Serve lucidità. Serve capire che, cosi’, la crescita rallenterà ancora con conseguenze drammatiche sui posti di lavoro. Il governo pare navighi a vista. Non ha una visione lunga del Paese”
(LaPresse)