Roma, 2 nov. (LaPresse) – “Le manine dei Ministeri cancello dal dispositivo della manovra la norma sul contributo dai 10 ai 100 euro per la pesca sportiva in mare, ma la norma resta presente nella relazione tecnica. L’unica certezza che abbiamo è che la norma serviva al Governo per far cassa. Infatti grazie alla relazione tecnica apprendiamo le stime di entrata che si otterrebbero dall’applicazione al minimo e al massimo della tassa”. Così in una nota Vincenza Labriola deputata di Forza Italia. “Infatti stimando le richieste di autorizzazione in quasi 143mila l’anno, le maggiori entrate attese potrebbero andare da un minimo di 1,4 milioni di euro (se venisse applicato a tutti l’importo minimo di 10 euro). Ciò fino a 142,8 milioni (se venisse applicato alla totalità l’importo massimo di 100 euro)”, ha aggiunto.
e ancora
“Capiamo come sia un bottino appetibile, ma non siamo d’accordo su due punti fondamentali. Primo mettere tasse fingendo di normare un comparto che necessita di un discorso più armonico. Ed è proprio questo il secondo punto fondamentale ovvero quello di affrontare il comparto pesca a 360 gradi armonizzando interessi ambientali, economici e di svago. Va bene tassare le sigarette per i danni che provoca, ma non tassiamo un comparto che va affrontato nella sua complessità. Sfido il Governo ad affrontare il tema con un’iniziativa parlamentare ascoltando le parti in campo perché non dovremmo pensare a far cassa ma creare sistemi virtuosi mettendo al centro il bene primario i nostri mari, armonizzando le norme e facendo fronte comune per salvarlo e tutelarlo nel rispetto dell’economie”.