Roma – Dopo gli annunci di Commissione europea e Governo sulla manovra, la palla passa ora al Parlamento. La commissione Bilancio di Palazzo Madama deve esaminare le modifiche alla legge di Bilancio che rimodulano le spese in modo da andare incontro alle richieste di Bruxelles.
I cambiamenti, illustrati in Aula da Conte davanti ai senatori, sono stati riassunti in una lettera che il premier e il ministro dell’Economia hanno inviato ai commissari europei.
Nella tabella allegata, il rapporto deficit/Pil per il 2019 viene fissato al 2%
La stima originaria, accompagnata dai famosi festeggiamenti sui balconi di Palazzo Chigi, era del 2,4%. Quindi, dopo la trattativa con la Commissione europea, si era parlato del 2,04%. Adesso si arriva al 2%, che effettivamente potrebbe essere l’arrotondamento per difetto di 2,04%.
L’agenda del Senato prevede che, dopo l’esame nella commissione Bilancio, con tempi strettissimi, il testo approdi nell’Aula. Tecnicamente, è possibile un rapido via libera e il passaggio finale alla Camera nel weekend.
I tempi si potrebbero allungare anche nella settimana di Natale
I dettagli delle misure sono illustrati nel maxi-emendamento dell’esecutivo, chiamato da alcuni ‘Pacchetto Europa’, atteso con ansia in Parlamento per diverse ore. Come ha spiegato il sottosegretario all’Economia Massimo Garavaglia, prima del deposito in commissione, si deve avere il via libera della Ragioneria dello Stato, che deve “bollinare” le nuove misure.
Qualche novità, comunque, l’ha anticipata il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, precisando che la Quota 100 per le pensioni partirà ad aprile 2019 per il settore pubblico e nell’ottobre 2019 per il settore privato.
Sullo scadenzario, le voci dell’esecutivo sono discordanti
Luigi Di Maio, intervenendo alla trasmissione tv Stasera Italia ha detto invece che Quota 100 partirà a febbraio e il reddito di cittadinanza a marzo.
Fa poi discutere l’idea che alcuni Comuni, in dissesto finanziario, possano far pagare la Tari direttamente in bolletta, come avviene con il canone tv. Ciò viene previsto da un emendamento non ancora votato, finito nell’occhio del ciclone per le proteste delle associazioni dei consumatori.
Se l’emendamento avrà luce verde, si aggiungerà un articolo 521 che prevede la possibilità -non l’obbligo- di far pagare la Tari “mediante addebito sulle fatture emesse dall’impresa elettrica”. Questo avverrà solo “a seguito di apposita deliberazione del Comune” che si trovi “in stato di dissesto finanziario”. Il sottosegretario Garavaglia, a margine dei lavori della commissione Bilancio, ha ammesso che “ci sono delle ritrosie” al riguardo, e che non è detto che l’emendamento passi.
Infine, un altro emendamento alla manovra per rattoppare le buche di Roma, considerato inammissibile in una sua prima versione, torna riformulato e potrebbe essere approvato durante l’esame al Senato.
La proposta prevede di aggiungere una serie di articoli alla legge di Bilancio, successivo al n. 546
Verrebbe assegnata a Roma Capitale “una dotazione finanziaria pari a 40 milioni di euro per l’anno 2019 e a 20 milioni di euro per l’anno 2020, per interventi di ripristino straordinario della piattaforma stradale della grande viabilità da eseguirsi anche, nei casi emergenziali, con il ministero della Difesa”. (AWE/LaPresse)