Manovra: taglio Irpef e pensione a 62 anni con quota 100

“I redditi medi soffrono di una pressione fiscale troppo alta - afferma il ministro dell’Economia Tria - bisogna trovare gli spazi per la partenza di un primo accorpamento e di una prima riduzione delle aliquote”.

in foto Giovanni Tria

ROMA – Taglio Irpef nella prossima manovra fiscale, con il reddito di cittadinanza che deve entrare nella legge di bilancio. “Noi lo facciamo – ha detto Di Maio –, agli italiani abbiamo fatto una promessa”. E sulle pensioni aggiunge:  “Si stanno ancora facendo i calcoli ma la richiesta è quella di arrivare alla famosa ‘quota 100’ fissando il paletto dell’età non a 64 anni ma a 62, da accompagnare da quota 41 e mezzo”.

Il ministro Tria

“Bisogna trovare gli spazi in modo molto graduale per una partenza di un primo accorpamento e una prima riduzione delle aliquote sui redditi familiari”. Lo ha detto il ministro dell’Economia Giovanni Tria alla Summer School di artigianato. “Bisogna vedere le compatibilità di bilancio ma sono molto favorevole a partire”, ha detto, ribadendo che il tutto deve essere comunque attuato “in modo molto graduale”.

Partenza graduale

Sempre valutando “le compatibilità di bilancio”, ha puntualizzato immancabile il titolare dell’Economia, dicendosi “molto favorevole a partire” purché con estrema gradualità, senza insomma compromettere la finanza pubblica. L’importante è iniziare a ridurre il debito, che quest’anno si manterrà sostanzialmente stabile, con una correzione dello 0,1% (dovrebbe dunque scendere al 131,7%), e contemporaneamente non peggiorare “ma anzi migliorare” il saldo strutturale, cercando gli spazi non in deficit ma “nel nostro bilancio che è molto grande”.

Pace fiscale

Altro capitolo citato dal vicepremier leghista Matteo Salvini, quello della pace fiscale che si rivolgerà “a chi ha fatto la dichiarazione dei redditi” ma non può pagare e che invece “correrebbe a pagare” se il conto fosse “il 10%”, comunque “non un regalo”. Le stime di gettito, viene riferito, sono comunque ancora in corso ma si dovrebbero superare i 15 miliardi, spalmati su più anni.

Flat tax

Per la flat o dual tax, o più semplicemente riforma fiscale, bisogna quindi guardare alla massa delle tax expenditures, troppe e confusionarie, mentre per il reddito di cittadinanza lo spazio si potrebbe trovare partendo dalle risorse del Rei e delle altre forme di sostegno al reddito “aggiungendo qualcosa in più”. Su tutte e tre le riforme basilari del contratto di governo, quindi anche sulle pensioni, si può insomma iniziare a dare un segnale dando forma ad una strategia politica coerente “anche se partita da una campagna elettorale non del tutto coerente”.

Idea dual tax Ires

L’idea, illustrata in questo caso dal viceministro Massimo Garavaglia, è anche quella di una dual tax Ires, che scenderebbe dal 24% al 15% sugli utili reinvestiti in azienda. Un intervento quindi strutturale, ha spiegato, evitando ogni anno di rinnovare ammortamenti, incentivi e agevolazioni varie.

Infrastrutture e investimenti

L’ultima stoccata Tria la riserva su infrastrutture e investimenti, vero pallino del titolare di Via XX Settembre che non a caso si espone anche sulla Torino-Lione e sul gasdotto Tap. “Personalmente spero che si facciano, che il problema si sblocchi, che ci sia una soluzione, anche perché si tratta di grandi collegamenti internazionali”.

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