Manovra, Tajani: problema non sono Juncker e Moscovici ma è a Roma

"La nuova Commissione europea ci sarà alla fine dell'anno, ma il problema non sono né Junker né Moscovici, che comunque farebbero bene a starsene zitti. Il problema sono i mercati e la manovra che è fatta male.

Foto Fabio Cimaglia / LaPresse
Cernobbio (Como), 8 ott. (LaPresse) – “La nuova Commissione europea ci sarà alla fine dell’anno, ma il problema non sono né Junker né Moscovici, che comunque farebbero bene a starsene zitti. Il problema sono i mercati e la manovra che è fatta male. Il problema è a Roma”. Lo ha detto il presidente del Parlamento europeo e vicepresidente di Forza Italia, Antonio Tajani. Questo a margine del 4° Forum internazionale di Conftrasporto-Confcommercio, a Cernobbio (Como), a chi chiedeva un commento sulla parole del vicepremier, Luigi Di Maio, tra sei mesi non ci sarà più l’Europa dei burocrati. “Se non si fa un cambio di direzione della manovra, e attenzione perché già dicono 2,4% con un tasso di crescita dell’1,5%, se la crescita non è 1,5 ma 1,1%, arriveremmo al 2,9%, come indicato da Confcommercio – ha sottolineato – Questo significa che poi il debito pubblico aumenta, che le banche dovranno pagare di più il denaro e se lo pagano di più non possono erogare prestiti alle imprese e alle famiglie”.

e ancora

“Se le banche si indeboliscono diventano oggetto di interesse straniero, così come le nostre imprese, se non possono ottenere credito, perdono di peso e diventano oggetto di interesse straniero come successo a Candy e a Versace. Siamo sotto attacco e, invece, di alzare le difese mi pare che le si abbassino. E’ elementare che le imprese vadano aiutate, non bisogna essere laureati in economia per capirlo”, ha concluso Tajani.

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