Marano. Corrado investito e ucciso, 19enne sottoposto a fermo

A sinistra Corrado Finale, a destra Aurelio Taglialatela, il presunto responsabile della morte del giovane

MARANO – Un ragazzo morto in un incidente stradale. Un’altra giovane vita spezzata dall’asfalto. Quella di Corrado Finale, 19enne di Marano. Quella che inizialmente sembrava essere una tragica fatalità stradale si sta rivelando un episodio ben più oscuro, dalle tinte di vendetta e ritorsioni personali. Corrado Finale, 19 anni, è morto in seguito a un violento incidente stradale in via del Mare, a Città Giardino, ma le circostanze che emergono dalle indagini fanno supporre che la sua morte non sia stata del tutto accidentale.

L’incidente all’alba
All’alba, nei pressi del civico 47 di via del Mare, i carabinieri della sezione Radiomobile di Marano sono intervenuti per un sinistro stradale che ha coinvolto due giovani a bordo di uno scooter e un’auto. I due ragazzi, di 18 e 19 anni, sono rimasti gravemente feriti. Entrambi sono stati trasportati d’urgenza all’ospedale di Pozzuoli: il 18enne se la caverà con fratture varie e una prognosi di 30 giorni, mentre il 19enne, identificato come Corrado Finale, nonostante ripetuti tentativi di rianimazione, è deceduto poco dopo l’arrivo in ospedale.
Gli eventi sono precipitati velocemente, e da subito le autorità hanno avviato un’indagine per chiarire la dinamica dell’incidente e accertare eventuali responsabilità. In breve tempo, sono emerse nuove inquietanti informazioni.

Le indagini lampo
Il conducente dell’auto che ha travolto lo scooter su cui viaggiavano Corrado e il suo amico si è presentato spontaneamente alla caserma dei carabinieri, dichiarando di essere il responsabile dell’investimento. Si tratta di Aurelio Taglialatela, 19enne nipote di un noto boss locale. Il giovane ha ammesso il suo coinvolgimento, ma la motivazione dietro il gesto ha reso il caso ancor più complesso.

Il retroscena
Secondo quanto trapelato dalle prime fasi delle indagini, l’incidente sarebbe stato il culmine di un’accesa disputa tra i giovani. Poco prima dello scontro fatale, uno dei ragazzi a bordo dello scooter avrebbe distrutto il vetro della Fiat 500 di Aurelio Taglialatela con un corpo contundente. Questo gesto potrebbe aver scatenato la reazione violenta di Aurelio Taglialatela, culminata nel tragico investimento.
Ma il conflitto tra Aurelio Taglialatela e Corrado Finale ha radici ben più profonde. Un mese prima, in via Nuvoletta, c’era stato un diverbio tra giovani, che culminò con lo sparo di un colpo di arma da fuoco. Il motivo della lite sembrerebbe essere collegato a una relazione sentimentale tra U.G., il giovane che era in compagnia di Corrado al momento dell’incidente, e la sorella dell’investitore. Da qui, un’escalation di tensioni e vendette personali che avrebbe portato Aurelio Taglialatela a maturare un forte rancore nei confronti del gruppo di amici. All’alba di ieri, Aurelio Taglialatela avrebbe incrociato i due ragazzi mentre percorrevano via del Mare in scooter. Dopo l’atto vandalico, avrebbe deciso di inseguirli, schiantandosi intenzionalmente contro di loro. L’investimento, quindi, non sarebbe stato il frutto di un tragico errore, ma il risultato di un atto premeditato, scatenato da vecchi rancori mai sopiti. Le autorità hanno posto sotto sequestro i veicoli coinvolti nell’incidente, così come la salma di Corrado Finale, per effettuare ulteriori accertamenti. Il caso è stato affidato alla Procura di Napoli Nord, che sta indagando per omicidio volontario, dato il contesto di vendetta emerso dalle testimonianze e dalle prime ricostruzioni.

Cittadini sotto choc
La comunità di Marano è profondamente scossa da quanto accaduto. Corrado Finale era un ragazzo benvoluto, legato sentimentalmente alla figlia di un ex vicesindaco di Marano, dettaglio che ha ulteriormente amplificato il dolore e l’attenzione su questa vicenda. Gli amici e i familiari si sono stretti intorno ai suoi cari, incapaci di comprendere come una faida tra giovani sia potuta degenerare in una tragedia così brutale.

La camorra sullo sfondo
Il coinvolgimento di Aurelio Taglialatela, legato a un contesto di criminalità locale, ha sollevato interrogativi sull’influenza della malavita tra i giovani del territorio. Non è la prima volta che episodi di questo genere sconvolgono la vita quotidiana di Marano, e l’opinione pubblica si interroga su quanto il contesto familiare e sociale possa aver contribuito a fomentare un clima di violenza e tensione. Il futuro del caso
Con Aurelio Taglialatela interrogato a lungo in caserma, la Procura dovrà ricostruire con esattezza l’intera dinamica degli eventi, cercando di comprendere se ci siano stati altri complici o se l’investimento sia stato un gesto isolato. L’indagine, che punta a fare luce su un contesto di tensioni personali e rivalità che hanno visto l’epilogo più tragico, lascia aperti molti interrogativi. Quanto può essere legittimata la vendetta personale in un contesto di criminalità latente? E soprattutto, come possono essere evitati episodi simili in futuro, in una comunità che già vive sotto la costante ombra di tensioni legate alla malavita?  Per ora, resta il dolore per la perdita di un giovane di appena 19 anni, che ha trovato la morte in circostanze che avrebbero potuto essere evitate, se solo l’odio e la violenza non avessero preso il sopravvento.

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