Marano, scomparso da 10 anni: ipotesi morte presunta

Ciro Cicalese

MARANO – Un uomo di 62 anni scomparso nel nulla in una località di mare sullo Ionio. E’ la notizia che, dalla mattina del 29 agosto 2014, inizia a circolare con insistenza in provincia di Matera, in Basilicata. Una notizia che stupisce la comunità di Policoro, 17mila anime abituate a vivere in maniera lenta, tranquilla, compassata. Anche perché l’uomo in questione, Ciro Cicalese, 62 anni, professione ragioniere, è molto noto in zona. Originario del rione Berlingieri di Napoli (quartiere Secondigliano), residente a Marano (in un parco in via del Mare), Ciro trascorre le vacanze a Policoro con la famiglia ormai da decenni. Conosce ogni singolo angolo della cittadina, soprattutto delle strade che portano al mare, dove ha acquistato una villetta dopo estati trascorse in un villaggio. Ma com’è che si è perso Ciro? Riavvolgiamo il nastro alla sera del 28 agosto. Ciro è in bici. Una pedalata prima di cena, come sempre, insieme alla moglie, anche lei su una bici. I due tornano dalla zona del lungomare e sono diretti verso la villetta in via Catone. La moglie arriva nella villetta e, una volta aperto il cancello, controlla il cane di famiglia. Si volta e non vede più il marito. Quella pedalata sarà l’ultima insieme a Ciro. Il mattino seguente la notizia arriva a Napoli. Dal capoluogo campano si mettono in viaggio i familiari di Ciro. Il fratello, la sorella, i nipoti, la figlia, che vive all’estero. Nel frattempo la notizia della scomparsa del 62enne fa il giro del Paese. Si attivano vigili del fuoco, carabinieri e volontari della Protezione civile. Iniziano le ronde. Si cerca un uomo di circa 180 centimetri, con una maglia nera a mezza maniche, un costume nero con striscia laterale gialla e occhiali da vista, capelli brizzolati, occhi chiari. Anche gli amici storici, quelli del villaggio frequentato per anni, si uniscono alle ricerche. E’ una vera e propria caccia all’uomo tra i boschi, sulle spiagge, ovunque. Arrivano segnalazioni da paesi vicini. Segnalazioni che si rivelano errate. A Policoro arrivano anche i cani molecolari. Il fiuto li conduce alla stazione ferroviaria, distante poche centinaia di metri dalla villetta dei Cicalese. Nella stazione, però, non ci sono telecamere di videosorveglianza. Ma qualcuno che ha visto Ciro, nei momenti immediatamente successivi alla scomparsa, c’è. Una donna del posto racconta che, poco prima della mezzanotte, un uomo a lei sconosciuto ha bussato alla porta della sua abitazione chiedendo della moglie. Era proprio Ciro. Com’era Ciro l’uomo notato da una coppia di giovani, a pochi passi da casa. Non riesce a tornare indietro, non riesce a trovare casa sua perché da qualche tempo è affetto da demenza vascolare. Non ha con sé i farmaci, né soldi, né il cellulare. Di colpi dalla vita ne ha subiti, il ragioniere napoletano. Uomo di profonda cultura, professionista stimato e ammirato, nel dicembre del 1998 ha perso il figlio Domenico, 21enne, in un incidente stradale nel quartiere Miano. Domenico era un carabiniere ausiliario in servizio presso la caserma del quartiere. Insieme ad altri tre colleghi stava tornando alla base a bordo di un’automobile. Era sera, pioveva a dirotto. Quindi lo schianto contro un furgone. Avrebbe dovuto sedersi al lato passeggero, Domenico, in quanto più ‘anziano’ del gruppo, ma preferì mettersi dietro perché stanco. Una scelta fatale: i colleghi non riportarono nemmeno un graffio. Un dramma impossibile da accettare per i genitori. Torniamo alla sera del 28 agosto di dieci anni fa. In sostanza, pochi minuti dopo la pedalata insieme alla moglie, Ciro si trovava a pochi metri da casa. Aveva perso l’orientamento. Nei giorni successivi la sua storia si è drammaticamente intrecciata con un altro fatto di cronaca avvenuto in Basilicata, l’omicidio di Elisa Claps, la ragazzina scomparsa a Potenza nel settembre del 1993, con il cadavere che fu ritrovato 17 anni più tardi, nel marzo 2010 nella chiesa della Santissima Trinità del capoluogo lucano, dove – come è emerso dalle indagini – fu uccisa da Danilo Restivo nel giorno di quella che si pensava essere una sparizione, non un delitto. Dopo che Elisa svanì nel nulla, nel 2002, il fratello Gildo fondò l’associazione Penelope, pensata per dare sostegno a tutte le persone che si ritrovano catapultate nel limbo della scomparsa di un proprio parente o amico. Proprio l’associazione Penelope offrì aiuto alla famiglia Cicalese, riuscendo negli anni a raccogliere e veicolare numerose segnalazioni di avvistamenti da ogni parte d’Italia. Avvistamenti rivelatisi, sempre, sbagliati. La legge prevede che, dieci anni dopo la scomparsa di una persona, il Tribunale dell’ultimo domicilio o dell’ultima residenza può dichiarare la morte presunta a partire dal giorno in cui risale l’ultima notizia certa della sua esistenza in vita. Il tempo e il destino stanno per mettere un punto a questa vicenda. Ogni giorno in Italia scompaiono 80 persone, si apprende dal ministero dell’Interno. I primi minuti sono fondamentali. Soltanto Ciro Cicalese può sapere cosa è successo in quei minuti e in quella sciagurata notte di fine agosto di dieci anni fa.

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