Maria Frascadore: “La corsa è la mia valvola di sfogo, il mio atto di solidarietà”

NAPOLI – Oggi vi raccontiamo la straordinaria storia di Maria Frascadore, una donna che ha saputo trasformare una grande tragedia personale in una fonte di forza e ispirazione per sé e per gli altri. Maria è una mamma di due figli e nonna di due nipoti, che ha dedicato gran parte della sua vita alla famiglia e alla gestione della casa. Casalinga di professione, Maria ha vissuto come molte altre donne una vita fatta di amore, cura e dedizione verso i propri cari. Tuttavia, un evento drammatico ha sconvolto il suo mondo: la perdita improvvisa e dolorosa del marito. Questo evento avrebbe potuto abbatterla definitivamente, ma invece l’ha spinta a cercare dentro di sé una nuova ragione di vita, trovandola nella corsa. Spinta dal desiderio di superare il dolore e di ritrovare un equilibrio, Maria si è iscritta alla “Run For Love Project Anna Cerbone”, un progetto sportivo presieduto da Gaetano Brilla, che le ha permesso di avvicinarsi alla corsa. All’inizio, per Maria, correre era semplicemente un modo per sfogare la sofferenza e distrarsi dal vuoto lasciato dalla perdita. Indossava le scarpette ogni giorno e si univa a un gruppo di amici per correre insieme, trovando in questa routine un conforto inaspettato. Con il tempo, quella che era iniziata come una semplice valvola di sfogo si è trasformata in una vera e propria passione. Negli anni, la corsa è diventata molto più di un semplice esercizio fisico per Maria. E’ diventata un viaggio interiore, uno strumento per ritrovare l’equilibrio mentale e spirituale, oltre che una forma concreta di solidarietà verso gli altri. Correre le ha permesso di riscoprire la propria forza interiore, di ritrovare la serenità e di guardare al futuro con una nuova prospettiva. Maria non corre per il tempo o per competere, ma per il benessere che ne deriva, per quella sensazione di pace che solo la corsa le sa dare. La passione di Maria per la corsa l’ha portata a fondare, insieme a un gruppo di amiche, l’associazione “Pink Road”, di cui è presidente. L’associazione nasce con l’obiettivo di organizzare eventi sportivi finalizzati alla raccolta fondi per cause nobili, come l’acquisto di macchinari per ospedali o giochi per bambini diversamente abili. Per Maria, la solidarietà è il cuore di ogni sua azione. Crede fermamente che attraverso la corsa si possa non solo aiutare sé stessi, ma anche gli altri. La “Pink Road” è il simbolo di questo impegno, una strada che unisce sport, solidarietà e amicizia. In questa intervista, Maria ci racconta il suo incredibile viaggio. Dai primi passi incerti nelle corse mattutine, fino alla partecipazione alla maratona di Roma, che ha chiuso in cinque ore, Maria condivide con noi la sua passione per la corsa, il suo impegno verso il prossimo e il messaggio di speranza e resilienza che vuole trasmettere a tutte le donne. La sua storia è un esempio di come, anche nei momenti più bui, sia possibile trovare una via per rinascere e riscoprire la bellezza della vita, trasformando il dolore in forza, e la passione in solidarietà.

Buongiorno Maria, grazie per averci dedicato del tempo oggi. Raccontaci un po’ di te: sei mamma, nonna, e sei diventata una runner dopo una tragedia personale. Come è iniziata questa avventura con la corsa?

Buongiorno a voi, grazie per avermi invitata. La mia avventura con la corsa è iniziata nel 2015, dopo la morte di mio marito. È stato un periodo molto difficile per me, e ho sentito il bisogno di trovare una valvola di sfogo per il dolore che provavo. Così, quasi per caso, ho iniziato a correre. All’inizio era solo un modo per distrarmi, per ritagliarmi un po’ di tempo da sola, ma presto è diventato molto di più. Correre mi ha aiutata a rimettermi in piedi, sia fisicamente che mentalmente.

E’ incredibile come la corsa sia diventata una parte così importante della tua vita. Da quel momento, hai iniziato a correre ogni giorno. Com’è stato passare da una semplice attività di svago a partecipare a competizioni come l’Half Marathon di Napoli e la maratona di Roma?

All’inizio non avevo in mente di partecipare a gare. Correre era solo un modo per sentirmi meglio, per tenere la mente e il corpo in equilibrio. Ma grazie al gruppo di amici con cui correvo ogni giorno, ho iniziato a sentire il desiderio di mettermi alla prova. Così, nel 2015, ho partecipato alla mia prima Half Marathon a Napoli. È stata un’esperienza unica, ma la vera sfida è stata nel 2019, quando ho partecipato alla mia prima maratona a Roma, che ho chiuso in cinque ore. Non corro per battere record o per competere con gli altri; per me, il vero obiettivo è superare i miei limiti personali e, soprattutto, stare bene.

La corsa ha portato nella tua vita un nuovo scopo, e hai deciso di trasformare questa passione in qualcosa di ancora più grande fondando l’associazione “Pink Road”. Come è nata l’idea di creare questa associazione?

“Pink Road” è nata dalla volontà di un gruppo di amiche, me compresa, di fare qualcosa di concreto per gli altri. Ci siamo rese conto che la corsa, oltre a farci stare bene, poteva diventare uno strumento di solidarietà. Così abbiamo deciso di fondare questa associazione, con l’obiettivo di organizzare manifestazioni sportive per raccogliere fondi destinati ai più deboli, come l’acquisto di macchinari per ospedali o giochi per bambini diversamente abili. Per me, la solidarietà è qualcosa che deve essere al centro di ogni attività, e “Pink Road” incarna perfettamente questo principio.

La tua storia è davvero ispiratrice. Qual è il messaggio che vorresti dare alle donne che potrebbero trovarsi in un momento difficile come lo eri tu qualche anno fa?

Il mio consiglio è di non avere paura di mettersi in gioco e di trovare uno spazio per sé stesse. Lo sport, qualunque esso sia, può diventare un potente alleato per superare le difficoltà. Non è facile all’inizio, ci vogliono sacrifici, ma con il tempo ti rendi conto di quanto sia prezioso. Io mi sveglio spesso alle 5:30 del mattino per allenarmi con i miei amici, e quel momento della giornata è diventato fondamentale per il mio benessere. Vorrei dire a tutte le donne di non arrendersi mai, di trovare il proprio equilibrio, perché fare sport non è solo un modo per tenersi in forma, ma è anche un’opportunità per scoprire la forza che si ha dentro.

Grazie mille, Maria, per aver condiviso la tua storia con noi. La tua dedizione alla corsa e alla solidarietà è un esempio per tutti noi.

Grazie a voi. Spero che la mia esperienza possa essere d’aiuto a qualcuno e che sempre più persone si avvicinino allo sport e alla solidarietà. Correre è molto più di un semplice gesto fisico: è un atto d’amore verso sé stessi e verso gli altri.

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