NAPOLI – “La poesia non è di chi la scrive. E’ di chi gli serve”. Mario Ruoppolo, intepretato da Massimo Troisi, così si rivolgeva in una delle più emozionanti scene de ‘Il Postino’ al Pablo Neruda rappresentato sul set da Philippe Noiret. Di poesia, Troisi, ne ha lasciata tanta nei 41 anni della sua troppo breve vita. Un percorso artistico fatto di comicità e ironia, di semplicità e talento, di pigrizia e genialità. Di poesia. Venticinque anni dopo quel terribile 4 giugno 1994, quando ultimate le riprese del postino l’attore nato a San Giorgio a Cremano si addormentò per non svegliarsi mai più, il legame con il cuore più profondo, con l’anima vera di Napoli non si è mai spezzato.
Dagli sketch della Smorfia a ‘Ricomincio da tre’, da ‘Non ci resta che piangere’ fino a ‘Pensavo fosse amore e invece era un calesse’ e al Postino, davanti e dietro la macchina da presa. Le collaborazioni straordinarie con Carlo Verdone, Roberto Benigni, Lello Arena, Enzo De Caro, Ettore Scola, Marcello Mastroianni, Michael Redford, per citarne alcuni. Sempre con quel cuore che faceva scherzi. Problemi che lo hanno avvicinato ancora di più a Pino Daniele, il bluesman che ha cantato quella città che stava cambiando, che si apriva al mondo e che voleva essere se stessa lontana da stereotipi e pregiudizi.
La Napoli di Massimo e Pino è un salto generazionale, culturale, rispetto all’era di Totò ed Eduardo De Filippo. Un salto che ha lasciato un segno straordinario, indelebile, per chi gli anni Ottanta li ha vissuti e per chi ne ha raccolto l’eredità. Massimo Troisi ha rappresentato con la sua poesia una diversa napoletanità. E questo lo ha reso immortale. Universalmente. Un visionario. Basti ricordare la battuta su quella Lega Nord, all’epoca delle urla sulla secessione, che poi tanto Nord non era: “Umberto Bossi ascolta Peppino Di Capri, hanno trovato i dischi a casa sua”. In effetti molto è cambiato da quei tempi. Genialità.
Tra Troisi e Pino Daniele c’è stata, oltre a una amicizia vera, una collaborazione artistica intensa, che ha regalato capolavori come ‘Quando’, entrata anche nella colonna sonora dei film dell’attore-regista partenopeo. Capolavori come ‘’O ssaje comme fa o core’. Il cuore, quello che rendeva difficile la vita ad entrambi, e li ha portati via troppo in fretta. “Non dimenticatevi di me”. Con queste parole Massimo Troisi si congedò dalla troupe con cui aveva appena finito di girare ‘Il Postino’. Dodici ore prima di andarsene.