Matera: “Sì al patto con i civici, ma la destra non è un autobus”

Domenico Matera

CASERTA – Il Sud non può perdere altro tempo per usufruire dei fondi del Piano nazionale di ripresa, particolarmente importanti per le aree interne della Campania. E alle prossime amministrative il centrodestra deve aprirsi ai movimenti civici, ma la guida resta a Fdi. Ne parla con “Cronache” il senatore di Fratelli d’Italia Domenico Matera.


Da capogruppo in commissione Politiche europee, come intende muoversi concretamente per evitare che i fondi del Pnrr vadano persi o sprecati?
Entro la prima scadenza del 31 dicembre 2022 saremo riusciti a spendere molti fondi in meno del previsto. Il Governo ha formato una cabina di regia con il ministro Raffaele Fitto ed è impegnato ad accelerare per far sì che entro il 30 giugno 2023 venga recuperato il gap. Ho chiesto al presidente della commissione Giulio Terzi di Santagata l’audizione del ministro. Cercheremo di modificare la normativa europea e i bandi ministeriali: a volte sono difficili da seguire per le amministrazioni locali, anche per la carenza di personale e tecnici qualificati. Mi batterò per semplificare queste procedure e far aumentare la percentuale di fondi per il Sud.


Come evitare il rischio che le Regioni del Sud vengano discriminate dall’autonomia differenziata?

Questa può e deve essere l’occasione per riequilibrare il riparto dei fondi fra regioni: il criterio della spesa storica non è sempre soddisfacente, quello del numero di residenti a volta aiuta ma altre penalizza, come accade per la spesa sanitaria. Non ci sarà nessuna discriminazione per il Meridione, la Meloni è attenta al Sud.


Con il successo elettorale alle Politiche, alla porta di Fdi stanno bussando in tanti, anche con storie diverse dalla vostra. Come evitare che i nuovi ingressi possano annacquare il partito? Quali paletti vanno messi secondo lei?

I paletti sono quelli dei valori e dei princìpi irrinunciabili della destra italiana, non ultima la coerenza che Meloni ha insegnato a tutti. Un partito che dal 3% arriva al 30% deve accogliere al suo interno altre sensibilità ed esperienze politiche. Cercheremo di essere inclusivi per quanto possibile, evitando però di fare entrare chi vuole disseminare polemiche.


In Campania la coalizione di centrodestra non è forte come in altre regioni: alle elezioni amministrative dell’anno prossimo quali alleanze vanno proposte? Sarebbero preferibili soluzioni diverse, magari con centristi e/o civici?

Il centrodestra ha provato di essere forte quando è coeso, mentre se ci dividiamo facciamo il gioco degli avversari. Vogliamo ripresentarci uniti, ma aperti a esperienze civiche, purché questi movimenti non vogliano utilizzare la nostra coalizione come un bus da prendere per poi scendere alla prima fermata. Lavoreremo per ripresentarci uniti nelle Regioni dove si vota, a cominciare dal Lazio, e alle Comunali in Campania avremo un ruolo da protagonisti. Siamo aperti ad altre esperienze, soprattutto ai moderati, ma il faro dell’alleanza deve essere il centrodestra a trazione Fdi.


De Luca dice no alle trivelle nei golfi di Napoli e Salerno: ritiene che sia una scelta giusta per la Campania?

Voler portare il tema sulla contrapposizione fra trivelle e bellezze della Campania mi sembra una posizione strumentale in questo momento. Oggi c’è il problema dell’approvvigionamento energetico. Le trivelle sono necessarie per garantire il gas a una nazione che adesso va a comprarlo all’estero e costringe le famiglie a pagare un prezzo salato. Ci saranno opzioni da valutare al momento di installare le trivelle: ovvio che piazzarle di fronte alla penisola sorrentina non sarebbe il massimo, ma sicuramente c’è la possibilità di conciliare le esigenze.


I problemi delle aree interne campane restano in gran parte irrisolti. Come può muoversi il nuovo governo? E’ possibile una sinergia con l’amministrazione De Luca?

Certamente la sinergia la cerchiamo sempre: il nostro governo vuole dialogare con le altre istituzioni e confidiamo nell’impegno del ministro Fitto. Come senatore rappresento aree delle province di Benevento, Avellino e Caserta: molte di queste zone sono dimenticate e il problema non è di destra o sinistra, In Fortore, area interna in una provincia interna come quella di Benevento, dopo tanto lavoro, anche su sollecitazione di Fdi, è stata riconosciuta dalla Regione, poi l’iter si è bloccato in campagna elettorale ed è ripreso quando vi sono stati ammessi anche centri della provincia di Avellino. Anche per queste aree è fondamentale aumentare la percentuale di finanziamenti del Pnrr.
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