Materdei, bomba carta nei pressi del bar ‘Pausa Caffè’ rievoca brutti ricordi

Napoli, l'ombra del racket a Materdei dopo un ordigno intenzionalmente posizionato e poi fatto esplodere nella notte contro il bar 'Pausa Caffè".

Materdei
Materdei

NAPOLI – Sono state affidate agli agenti di polizia del commissariato San Carlo Arena le indagini sulla bomba carta fatta esplodere nella notte nei pressi del bar ‘Pausa Caffè Aret O’ Vico’ di via Materdei. La deflagrazione all’angolo con via Savarese ha allertato i residenti. L’esplosione si è verificata quando l’esercizio commerciale era chiuso.

Danneggiate la vetrina e una base in marmo presente all’ingesso del locale. Sul posto sono intervenuti anche gli uomini della Scientifica per effettuare i primi rilievi. Analisi sui resti dell’ordigno rudimentale e sui filmati delle telecamere di videosorveglianza installate all’esterno dell’esercizio commerciale assaltato e degli altri negozi della zona. Non è escluso che gli occhi elettronici possano aiutare gli investigatori a fare luce su quanto è accaduto a Materdei.

La speranza degli agenti di polizia è trovare frame utili per ricostruire la dinamica dell’accaduto e per individuare i responsabili dell’esplosione della bomba carta che ha minato la quiete dei residenti nelle ore notturne. Al momento non è esclusa alcuna pista. Nemmeno quella dell’atto intimidatorio per convincere il titolare a pagare il pizzo.

Ascoltato, il proprietario del locale ha negato di aver subito minacce. Però quello che è accaduto di notte a Materdei riporta alla mente il modus operandi utilizzato dalla criminalità organizzata e soprattutto dai clan che vedono nelle estorsioni la loro maggiore fonte di guadagno. Però, c’è da dire che negli ultimi mesi grazie al prezioso contributo delle varie associazioni anti-racket presenti sul territorio del capoluogo partenopeo e delle città in provincia di Napoli, il numero di denunce è cresciuto in maniera sensibile. Pare che siano soprattutto le donne a voler combattere il pizzo con maggiore determinazione.

Si tratta di una piaga ancora dura a morire. Ferragosto non è poi così lontano. Le cosche battono cassa per le famiglie degli affiliati che si trovano in regime di detenzione. Ma ora le vittime non restano più inermi davanti alle richieste estorsive. Anzi, preferiscono denunciare così da contribuire al contenimento di un fenomeno criminale ancora molto presente sul territorio partenopeo.

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