Mattarella: “Chi evade sfrutta le tasse che pagano gli altri, è indecente”

"Perché in Italia è così difficile combattere la piaga dell'evasione fiscale? "L'evasione fiscale è l'esaltazione della chiusura in sé stessi, dell'individualismo esasperato".

Foto Francesco Ammendola

ROMA – Perché in Italia è così difficile combattere la piaga dell’evasione fiscale? “L’evasione fiscale è l’esaltazione della chiusura in sé stessi, dell’individualismo esasperato. È un problema serio in molti Paesi. Lo è nel nostro. Vi sono Paesi in cui è molto più grave, vi sono Paesi in cui invece il senso civico di ciascuno lo ha quasi azzerato. È un problema grave perché significa ignorare che si vive insieme e che la convivenza significa contribuire tutti insieme – come dice la Costituzione, secondo le proprie possibilità – alla vita comune”. Così il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, incontrando un gruppo di studenti delle scuole superiori al Quirinale.

I doveri non rispettati

 “Chi evade cerca invece di sottrarsi a questo dovere, di sfruttare le tasse che pagano gli altri per i servizi di cui si avvale. È una cosa, a rifletterci, davvero indecente, perché i servizi comuni, la vita comune è regolata dalle spese pubbliche. Se io mi sottraggo al mio dovere di contribuire sto sfruttando quello che gli altri pagano, con le tasse che pagano. E questa è una cosa di particolare gravità” aggiunge.

Un problema che grava sulle tasse

“L’evasione fiscale è calcolata nell’ultimo documento ufficiale dell’anno passato circa 119 miliardi di euro: una somma enorme. Se scomparisse, le possibilità di aumentare pensioni, di aumentare stipendi, di abbassare le tasse per chi le paga, e così via, sarebbero di molto aumentate”. “Per questo, anche lì il problema è di norme, di interventi, di controlli, di verifiche – che stanno dando qualche risultato – ma è soprattutto di cultura e di mentalità, di capire che in un’associazione, in una società, in una convivenza, se non si contribuisce tutti allo sforzo comune, c’è chi lo fa con onestà e c’è chi lo fa sfruttando quanto gli altri fanno. E questo non è giusto” aggiunge.

LaPresse

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