Roma – Mattarella firma il decreto sicurezza, ma è evidente che la lunga interlocuzione tra governo e capo dello Stato, e le rifiniture apportate, non sono sufficienti.
Il via libera del presidente della Repubblica per la trasmissione alle Camere e la pubblicazione in Gazzetta ufficiale infatti sono stati accompagnati da una lettera che l’inquilino del Colle ha inviato allo stesso premier, Giuseppe Conte.
Un ‘altolà’ secco e preciso
A 10 giorni dal varo del Consiglio dei ministri, richiama ai principi Costituzionali e ai trattati internazionali a cui il decreto dovrebbe rifarsi; l’inquilino del Colle cita nella missiva l’articolo 10 della Carta: “L’ordinamento giuridico italiano si conforma alle norme del diritto internazionale generalmente riconosciute.
La condizione giuridica dello straniero è regolata dalla legge in conformità delle norme e dei trattati internazionali“.
Questo è il perimetro e non si accettano ‘fuori campo’
“Avverto l’obbligo di sottolineare – scrive il presidente – che, in materia, come affermato nella Relazione di accompagnamento al decreto, restano ‘fermi gli obblighi costituzionali e internazionali dello Stato’, pur se non espressamente richiamati nel testo normativo“.
Mattarella evidenzia infatti quella norma, troppo soggetta a interpretazione, che potrebbe tradire la salvaguardia dei migranti con riferimento alla presunzione d’innocenza.
Un ‘appunto’ quindi rivolto non solo al governo, ma anche a chi, come i magistrati, dovrà attuare la legge, trovandosi a dover trattare con norme al limite del consentito dalla Costituzione.
Matteo Salvini esulta in diretta Facebook per la firma del presidente
“La settimana prossima il Parlamento incomincerà a votare. Dopo tante polemiche, dopo che i giornali, soprattutto quelli di sinistra, dicevano che Salvini non ce la farà mai, che Mattarella non firmerà mai il decreto, chiacchierano tanto ma non riusciranno ad arrivare fino in fondo. Ciapa lì e porta a ca’, se dise a Milàn“.
Il ministro dell’Interno risponde alla lettera del capo dello Stato
“Ho detto al presidente che rispettiamo la Costituzione ma non vogliamo passare per fessi“. Da Palazzo Chigi trapela che lo stesso governo ritiene gli obblighi costituzionali “non in discussione”.
Il decreto legge in materia di Sicurezza e immigrazione adottato dal Consiglio dei Ministri, “rientra in un quadro di assoluta garanzia per i diritti fondamentali delle persone e tiene conto delle convenzioni internazionali, dei principi contenuti nella nostra Costituzione e nella Carta europea dei diritti dell’uomo”.
Ora la parola passa al Parlamento
Con il Senato che sarà chiamato ad esaminare il testo con l’obiettivo di portarlo in Aula a partire dal 16 ottobre prossimo.