ROMA – Sergio Mattarella non crede ad un ipotetico complotto speculativo contro l’Italia. Infatti tace. Le osservazioni, i timori e le denunce di Giancarlo Giorgetti della Lega e di Luigi Di Maio rientrano in questioni politiche in cui il Capo dello Stato non vuole entrare. Non è nelle sue prerogative. Secondo i due esponenti del governo gialloverde l’Italia potrebbe essere attaccata dai mercati internazionali. Se il primo è più drastico, Di Maio ha stemperato. Entrambi hanno però precisato di non essere “manipolabili”, ricattabili. Ma le perplessità paventate dai due rientrano in una dialettica e dinamica politica. Che sia di propaganda o meno lo dirà il tempo. Mattarella, verosimilmente, attenderà il primo momento utile per dire qualche parola sulle questioni economiche del paese e lo farà quando si dovrà approvare la legge di Bilancio dello Stato.
Le agenzie di rating si esprimeranno a fine agosto
Non c’è pericolo 2011, quando lo spread salì alle stelle portando alle dimissioni da premier di Silvio Berlusconi. Tra fine agosto e gli inizi di settembre Fitch e Moody’s , due importanti agenzie di rating, emetteranno un giudizio sull’economia italiana. Ed è probabile che in quel momento, se il giudizio sarà negativo, la querelle sull’’attacco riprenderà vigore. Anche in quel caso, con ogni probabilità, il Cole rimarrà silente. Sempre per questioni squisitamente politiche. La risposta del governo, invece, dovrà essere scritta nella legge Finanziaria. E lì Sergio Mattarella potrebbe giocare un ruolo, chiedendo le coperture necessarie per l’approvazione dei punti del programma elettorale Lega-5 Stelle.