ROMA – Sergio Mattarella sceglie l’immagine forte del ‘ragazzo con la pagella’ per puntualizzare come lo studio costituisca “la spinta e lo strumento per l’apertura, per l’interesse e il rispetto verso le culture diverse, verso le altrui opinioni, verso le esperienze di altri, per il dialogo e l’amicizia”. La storia citata è quella del quattordicenne proveniente dal Mali morto affogato nel Mediterraneo. Una volta recuperato il cadavere dello sfortunato naufrago, l’autopsia ha portato alla luce che il giovane aveva cucita all’interno della giacca la sua pagella. Con i voti delle varie materie scritti in arabo e in francese.
Il presidente Mattarella ricorda il ragazzo con la pagella morto nel Mediterraneo
“Un episodio drammatico che non posso dimenticare”, dice a chiare lettere il presidente della Repubblica parlando a braccio nel corso del suo intervento all’apertura dell’anno accademico dell’università di Cassino. La morte di questi giovanissimi “che attribuiscono alla loro pagella il valore di un passaporto, di un accreditamento di credibilità, serietà e impegno verso paesi dove speravano di trovare il loro futuro e sviluppare la loro vita interroga fortemente le nostre coscienze”, la riflessione di Mattarella.
L’importanza dello studio come strumento di apertura alle altre culture
E proprio sul tema dell’istruzione, molto caro al Quirinale, l’Italia arranca rispetto ai partner europei. “Il nostro paese è ancora in ritardo sul numero dei laureati rispetto alla media Ue”,sottolinea il Capo dello Stato. “C’è bisogno di intensificare questo percorso che necessita di una forte spinta da parte delle istituzioni”. Proprio per questo motivo “gli studi universitari non possono essere un fenomeno di elite. Ma devono essere il più diffusamente possibile distribuiti nel Paese e avere un contatto ampio, diffuso e profondo con i territori”. Un percorso che, conclude Mattarella, “è ancora tutt’altro che compiuto”.
(LaPresse/di Andrea Capello)