CITTA’ DEL MESSICO – Sono almeno mille e trecento i migranti fuggiti ieri sera da un centro di detenzione per immigrati al confine meridionale del Messico. Migranti per lo più cubani che hanno dato vita ad una maxi evasione che hanno sfruttato l’assenza di guardie armate.
La dinamica della maxi evasione in Messico
A darne notizia è stato l’Istituto nazionale per l’immigrazione che ha poi specificato che 700 circa di questi sono poi tornati volontariamente mentre altri 600 sono ancora in libertà. Gli agenti all’interno del complesso non erano armati e dunque, secondo quanto fatto sapere da fonti del centro in questione, “non c’è stato alcun confronto”. Sul posto, poco dopo l’allarme, è intervenuta la polizia federale. Gli agenti si sono presentati in tenuta antisommossa facendo irruzione nell’istituto. Hanno iniziato a controllare la situazione e in questo frangente i momenti di tensione non si sono fatti attendere. All’esterno, infatti, si era intanto radunata una folla di cubani che ha protestato violentemente.
Le proteste dei parenti dei detenuti
Si è trattato dei parenti dei detenuti che hanno ancora una volta manifestato contro le condizioni del centro. Non è un mistero, infatti, che lo stesso sia caratterizzato da un eccessivo sovraffollamento e che le condizioni igienico-sanitarie siano tutt’altro che impeccabili. Secondo stime ufficiali, la capacità di ‘accoglienza’ del complesso è ben al di sotto delle mille persone ed è dunque facile immaginare quale possa essere la situazione al suo interno. La polizia federale sta indagando sull’accaduto per risalire alle cause e si è messa sulle tracce dei migranti. Resta da capire il perché una parte di essi abbia deciso di ritornare spontaneamente sui propri passi mentre quasi la metà abbia deciso di proseguire nella sua marcia. È chiaro che non è facile comprendere quelle che saranno le conseguenze eppure, secondo qualcuno, questa maxi evasione rappresenta un epilogo scontato dopo numerose e spesso violente proteste.