LONDRA (REGNO UNITO) – Assediata anche dai suoi, che ne vogliono le dimissioni, Theresa May ha dovuto decidersi a rinviare il voto del Parlamento sul progetto di legge da lei definita “l’ultima chance” per la Brexit, inizialmente in programma per il 7 giugno. La pioggia di critiche che si è abbattuta sul testo tanto da parte dell’opposizione laburista quanto da parte degli euroscettici del suo partito Tory, ha accelerato il dibattito sull’addio di May.
E il pressing è diventato ancora più forte con le dimissioni mercoledì sera della ministra incaricata delle relazioni con il Parlamento, Andrea Leadsom, che ha scaricato May affermando di non credere più che l’approccio del governo consentirà di realizzare la Brexit. Downing Street giovedì ne ha annunciato la sostituzione con il deputato conservatore Mel Stride, 57 anni, finora sottosegretario al Tesoro.
Gli occhi sono puntati su venerdì, ventilato come ipotetica data di svolta per le dimissioni della premier visto che si terrà un incontro con Sir Graham Brady, presidente del 1922 Committee cioè il gruppo conservatore. Ma a frenare sull’opzione di una fine politica della leader Tory tanto imminente è il ministro degli Esteri britannico Jeremy Hunt, il quale assicura che Theresa May sarà ancora premier del Regno Unito per la visita di Donald Trump, in programma dal 3 al 5 giugno.
Il progetto di legge sulla Brexit sarà calendarizzato in Parlamento dopo la pausa parlamentare prevista fino al 4 giugno, ha fatto sapere ai deputati il rappresentante del governo, Mark Spencer. La marcia indietro dell’esecutivo è giunta nel giorno del voto del Regno Unito per le elezioni europee, in cui si preannuncia una batosta per i conservatori, accusati di essere incapaci di portare a termine la Brexit.
Il piano di May prevede una serie di compromessi, fra cui la possibilità di votare su un secondo referendum e la permanenza in un’unione doganale temporanea con l’Ue, per provare a raccogliere la maggioranza dei deputati. Ma in questo modo ha scatenato l’indignazione degli euroscettici delle sue file, fra cui Leadsom.
L’accordo che May ha negoziato con Bruxelles è stato bocciato tre volte dalla Camera dei Comuni, il che ha costretto il governo a rinviare la Brexit al 31 ottobre (inizialmente era in programma per il 29 marzo) e a organizzare le elezioni europee a cui il Paese non avrebbe neanche dovuto partecipare.
Nel caso improbabile in cui i deputati approvassero il progetto di legge della prima ministra quando sarà presentata, May intende farli votare sull’ipotesi di un secondo referendum sulla Brexit. Se la Camera dei Comuni respingesse questa consultazione, il Regno Unito potrebbe lasciare l’Ue a fine luglio.
(LaPresse/AFP)