McCain non vuole Donald Trump al suo funerale

Le persone vicine al senatore dell’Arizona hanno informato la Casa Bianca della decisione di non volere la presenza del presidente al proprio funerale

AFP PHOTO / NICHOLAS KAMM

WASHINGTON (Leonardo Crocetta) – John McCain non vuole che Donald Trump sia presente al suo funerale. Le persone vicine al senatore dell’Arizona, ricoverato in gravi condizioni per un tumore al cervello, hanno informato la Casa Bianca della decisione dello storico leader del Partito Repubblicano. John McCain è in un ospedale dell’Arizona, lo stato in cui è stato eletto senatore. Il repubblicano, il 17 aprile scorso, era stato operato per un’infezione all’intestino. Dopo l’intervento chirurgico le sue condizioni erano tornate stabili. Ma il suo stato di salute è peggiorato. Attraverso i media McCain avrebbe fatto sapere che preferirebbe, ai suoi funerali, la presenza del vice presidente Mike Pence.

L’Ultimo messaggio del senatore

“Non so quanto ancora a lungo vivrò, forse 5 anni – è il messaggio diffuso dal senatore dell’Arizona alcuni giorni prima in una registrazione audio, tratta dal suo libro – Forse le nuove scoperte nella branca dell’oncologia mi permetteranno di vivere per altri cinque anni. Forse me ne sarà già andato per quando sentirete questo messaggio. Voglio solo un poco di tempo per osservare i sicomori sulle querce, sentire il calore del sole sulle mie spalle e poi me ne andrò, diretto verso un posto al accanto al mio amico Chuck Larson nel cimitero di Greenwood”.

I retroscena

McCain è uno dei politici repubblicani che hanno manifestato, negli ultimi due anni, un’aperta ostilità nei confronti del presidente Trump. Poco prima delle elezioni aveva infatti annunciato pubblicamente che non avrebbe dato il suo voto al candidato alla presidenza. Le posizioni radicali e nazionaliste del premier, su temi come l’immigrazione e i dazi commerciali, lo hanno portato a uno scontro aperto con il senatore dell’Arizona. La morte del senatore McCain metterebbe il partito repubblicano con le spalle al muro. Al Senato i conservatori ha infatti una maggioranza risicata di un solo seggio e la dipartita dello storico leader, o un suo anticipato ritiro, porterebbe a un’elezione speciale nelll’autunno del 2018.

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