MILANO – Le disposizioni della normativa italiana che impediscono a Vivendi di acquisire il 28,8% del capitale sociale di Mediaset, pari al 29,94% dei diritti di voto, sono in contrasto con il diritto dell’Unione europea. Perché “limitano la possibilità che imprese di altri Stati membri entrino nel settore italiano dei media, incidendo così sulla libertà di stabilimento”. Lo afferma l’avvocato generale della corte Ue, Manuel Campos Sánchez-Bordona.
Le disposizioni dell’Ue
L’avvocato osserva anche che “la tutela del pluralismo dell’informazione (articolo 11 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea) costituisce una ragione imperativa di interesse generale. La cui tutela può giustificare, in astratto, l’adozione di misure nazionali che limitano la libertà di stabilimento”. Ma “oltre ad essere idonea a conseguirlo, tale normativa nazionale dev’essere proporzionata all’obiettivo di tutela del pluralismo dell’informazione. Ossia non deve andare oltre quanto necessario per raggiungerlo”. L’avvocato generale si esprime sul ricorso di Vivendi contro la delibera Agcom che ha imposto ai francesi di trasferire il 19,19% di Mediaset a un trust.
(AWE/LaPresse)