CASERTA – Medici in fuga dalle strutture sanitarie pubbliche. Martedì il direttore generale dell’Asl Amedeo Blasotti ha firmato una serie di delibere per prendere atto delle dimissioni di una ventina di dipendenti. Ci sono molti amministrativi che hanno vinco concorsi altrove e hanno preferito diverse destinazioni, ma anche medici. Ovviamente, ogni professionista ha le sue motivazioni per abbandonar il posto, ma in diversi casi – secondo quanto si dice nei corridoio dell’Asl – alcuni fra i camici bianchi hanno preferito optare per strutture private o comunque meno stressanti rispetto agli ospedali di Terra di Lavoro.
L’addio di tre anestesisti
Fra i dimissionari ci sono ben tre anestesisti attualmente in forza all’ospedale Moscati di Aversa, un punto di riferimento per l’area fra le province di Caserta e Napoli: sono Rossella Pirolli, Manuela Nugnes e Raffaele Annunziata. Dl reparto di Medicina interna dello stesso ospedale viene Anna Di Lorenzo, mentre Marianna Caterino lascia l’unità operativa di Oncologia dell’ospedale “Anastasia Guerriero” di Marcianise e Ciro Candido la Cardiologia di Piedimonte Matese.
L’analisi della Cisl
“I medici mancano – dice il dirigente della Cisl funzione pubblica Nicola Cristiani – sia per le aree di emergenza che per Medicina e altre branche specialistiche. Se un professionista può scegliere, opta per la struttura più efficiente e con turni meno massacranti, Oggi ci sono pesanti responsabilità anche di carattere penale e se in un ospedale ci sono disfunzioni organizzative, è l’operatore a pagarne le conseguenze. Vanno rilanciate le attività sanitarie e bisogna fare in modo che gli ospedali siano completi: quando si fa un intervento servono tutti gli specialisti necessari”. E’ in atto, dice ancora il sindacalista, una “migrazione sanitaria vesto altre Asl e Caserta perde pezzi continuamente, soprattutto per Pronto soccorso e Rianimazione”.
Quattro medici via da Sessa Aurunca
Nei giorni scorsi si è parlato di altri abbandoni: l’ospedale di Sessa Aurunca deve rinunciare a 4 medici. Il problema, notano dall’Asl, riguarda anche e soprattutto i contratti collettivi, che non vengono più ritenuti tanto attrattivi. I direttori delle varie aziende sanitarie fanno notare di aver provato a bandire concorsi a tempo indeterminato, ma ormai anche a queste procedure non risponde nessuno. Per questo motivo non si riesce a riaprire il pronto soccorso dell’ospedale Melorio di Santa Maria Capua Vetere, perché finora l’avviso pubblico per trovare professionisti non ha avuto riscontri. Una decisione clamorosa è stata presa recentemente dalla Regione Calabria, che non trovando medici, ne ha reclutati una cinquantina a Cuba. Ma al momento non sembra che a Caserta ci sia l’intenzione di percorrere questa strada.
© RIPRODUZIONE RISERVATA