ROMA – Come fiori in primavera, germogliano proteste a poche ore dall’approvazione della manovra finanziaria per il prossimo triennio. Sul piede di guerra, oggi, ci sono i medici. Le organizzazioni sindacali della dirigenza medica, veterinaria e sanitaria hanno infatti proclamato due giornate di sciopero. Una è prevista per il 25 gennaio 2019 (proclamata da Anaao Assomed – Cimo – Fp Cgil Medici e Dirigenti Ssn – Fvm Federazione Veterinari E Medici – Fassid (aipac-aupi-simet-sinafo-snr) – Cisl Medici – Fesmed – Anpo-ascoti-fials Medici – Uil Fpl Coordinamento Nazionale delle Aree Contrattuali Medica, Veterinaria Sanitaria). La seconda a febbraio ed è quella che si annuncia più ‘corposa’ in termini di partecipazione.
Medici, veterinari e sanitari annunciano due giorni di sciopero ‘anti-manovra’
I sindacati si dicono fortemente delusi per i contenuti del testo che dovrà essere approvato dal Senato nelle prossime ore. Soprattutto in relazione ad alcune richieste della categoria, come il “finanziamento del Fondo Sanitario Nazionale 2019 che preveda le risorse indispensabili per garantire i nuovi Lea ai cittadini e per onorare i contratti di lavoro scaduti da 10 anni”. Le organizzazioni hanno inoltre sottolineato come sia intollerabile, a loro giudizio, “mettere in competizione, su risorse insufficienti, il diritto alla cura dei cittadini e quello ad un dignitoso contratto di lavoro per i professionisti che quelle cure devono erogare”.
Tutti i punti della discordia
Sono tanti altri i punti sui quali i sindacati hanno avuto da ridire e su cui si è fondata la necessità – avvertita – di scioperare. Lo ‘scongelamento’ (che non c’è stato) del trattamento accessorio posto dalla legge Madia, il mancato stanziamento fondi aziendali per assicurare la completa remunerazione del disagio lavorativo oltre che la progressione di carriera per i nuovi professionisti. Arrivando a manifestare insoddisfazione anche per le mancate risposte sulla cancellazione “dell’anacronistico blocco della spesa per il personale della sanità, fissato al dato 2004 ridotto dell’1,4 per cento” e sulla “difesa dalla libera professione intramoenia”, oltre che sulla “previsione di un finanziamento adeguato per i contratti di formazione post lauream specialistici portandoli a 9.500 per anno svuotando in questo modo il limbo formativo in cui sono ingabbiati 10mila giovani medici che non riescono ad accedere ad un percorso formativo”.