Medioriente: emergenza umanitaria mentre forze Idf circondano Gaza City

Il bilancio delle vittime sale a 9.061 sulla Striscia, la carenza di carburante aggrava la crisi. Difficoltà nel raggiungere una tregua

Questa foto, pubblicata dalle forze armate israeliane giovedì 2 novembre 2023, mostra operazioni terrestri all'interno della Striscia di Gaza. (Forze di Difesa Israeliane tramite AP) Associated Press/LaPresse Solo Italia e Spagna.
Questa foto, pubblicata dalle forze armate israeliane giovedì 2 novembre 2023, mostra operazioni terrestri all'interno della Striscia di Gaza. (Forze di Difesa Israeliane tramite AP) Associated Press/LaPresse Solo Italia e Spagna.

Il conflitto in corso tra Israele e Palestina ha generato una devastante situazione nella Striscia di Gaza, con sviluppi recenti che delineano una realtà estremamente difficile da affrontare.

La popolazione è nel mirino del conflitto

In questo contesto, le organizzazioni umanitarie, tra cui “Azione contro la Fame,” continuano a svolgere un ruolo fondamentale. Chiara Saccardi, responsabile per il Medioriente di Azione contro la Fame, afferma con determinazione: “Tornare a operare nella Striscia di Gaza, quando il conflitto sarà terminato, fa parte del nostro mandato umanitario. È importante che si possa avere accesso alla Striscia in maniera incondizionata“. Queste organizzazioni sono determinate a garantire un accesso incondizionato alla Striscia al fine di affrontare le gravi necessità umanitarie che colpiscono la popolazione locale. Saccardi spiega ulteriormente: “Noi eravamo presenti nella Striscia dal 2005 con progetti ben consolidati rivolti soprattutto al settore dell’acqua, legati alla desalinizzazione e al suo utilizzo per scopi agricoli. Inoltre lavoravamo con donne e giovani con corsi di formazione per l’accesso al mondo professionale“. La situazione attuale nella Striscia di Gaza è disastrosa. Gli spostamenti sono diventati quasi impossibili, le strade sono state gravemente danneggiate e chiunque si muove lo fa a proprio rischio. La carenza di carburante è particolarmente preoccupante. Chiara Saccardi mette in luce l’impatto diretto che la mancanza di carburante ha sulla vita dei civili, “dalle strutture ospedaliere alla produzione di cibo, al trattamento dell’acqua“.

Uno degli episodi più gravi è stato l’attacco all’ospedale Al-Quds di Gaza City da parte delle forze israeliane. La Mezzaluna Rossa Palestinese ha riferito che “l’attacco ha anche causato danni significativi alle unità centrali di condizionamento dell’aria e a uno dei serbatoi dell’acqua all’interno dell’ospedale“. Le Forze di Difesa Israeliane (IDF) sono state coinvolte in una significativa avanzata in Gaza City. Il Capo di Stato Maggiore delle IDF, il Tenente Generale Herzi Halevi, sottolinea: “Siamo arrivati a un’altra fase significativa della guerra. Le forze sono nel cuore del nord di Gaza, operano nella città di Gaza, la circondano. Le forze stanno combattendo in un’area urbana densa e complessa, che richiede combattimento professionale e coraggio“.

Sforzi internazionali per trovare una soluzione

La difficoltà nel raggiungere una tregua umanitaria è evidente. Il Ministro degli Esteri britannico, James Cleverly, ammette: “Quasi tutto il mondo è d’accordo sulla necessità di far arrivare maggiori volumi di aiuti umanitari a Gaza“. Tuttavia, Cleverly aggiunge che “noi e gli Stati Uniti abbiamo fatto pressioni in tutto il mondo per queste pause umanitarie temporanee e localizzate. Si sono rivelate molto, molto difficili da ottenere“. Il Primo Ministro britannico Rishi Sunak ha avuto un incontro con il Segretario Generale delle Nazioni Unite António Guterres al vertice sulla sicurezza dell’intelligenza artificiale a Bletchley Park, nel Regno Unito. Durante l’incontro, hanno discusso della situazione umanitaria a Gaza e dell’importanza di aumentare gli aiuti umanitari. Il Regno Unito sta raddoppiando i finanziamenti per gli aiuti a Gaza e sta preposizionando forniture di emergenza in Egitto. Sunak e Guterres concordano sulla necessità di rafforzare gli sforzi internazionali per una soluzione duratura al conflitto e per avanzare verso una soluzione a due Stati. Hanno anche discusso della guerra in Ucraina, con il Primo Ministro britannico preoccupato per il fallimento dell’iniziativa sui cereali del Mar Nero e l’importanza di sostenere Kiev.

Hamas ha respinto le affermazioni degli Stati Uniti riguardo ai colloqui sulla governance futura di Gaza. Il Segretario di Stato USA, Antony Blinken, aveva dichiarato che gli Stati Uniti stavano esaminando “una varietà di possibili opzioni per il futuro della Striscia di Gaza se Hamas venisse rimossa“. Tuttavia, Hamas insiste sul fatto che solo il popolo palestinese ha il diritto di determinare il proprio destino.

La violenza continua da entrambe le parti, con ulteriori perdite di vite umane. Un riservista israeliano è stato ucciso in uno scontro in Cisgiordania. Nel sud di Israele, razzi lanciati dal Libano hanno causato danni. Le Forze di Difesa Israeliane (IDF) hanno lanciato operazioni contro obiettivi di Hezbollah in Libano in risposta a tali attacchi. Il bilancio delle vittime continua a salire, con il Ministero della Sanità di Hamas che ha riportato 9.061 vittime, tra cui 3.760 bambini, dall’inizio del conflitto. La situazione umanitaria è critica, e il bisogno di assistenza è urgente. Circa 600 persone, tra cui circa 300 cittadini americani, sono previste per l’evacuazione da Rafah. La situazione nella Striscia di Gaza rimane in costante evoluzione, con sforzi internazionali in corso per de-escalare il conflitto e fornire assistenza umanitaria.

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