ROMA – Nuova ondata di violenze in Israele durante il Ramadan, mese sacro per i musulmani, che quest’anno coincide con la Pasqua ebraica. Oltre 150 palestinesi sono rimasti feriti negli scontri scoppiati con la polizia israeliana nella Spianata delle Moschee, luogo sacro sia per gli ebrei che per i musulmani. E in giornata ad Haifa un uomo di 47 anni è stato accoltellato e lievemente ferito e una ragazza di 15 anni è stata arrestata perché sospettata dell’aggressione.
A Gerusalemme, la polizia israeliana è entrata nella moschea di Al-Aqsa prima dell’alba, dove era radunata una folla di fedeli per la preghiera del mattino. Gli agenti hanno riferito di essere intervenuti dopo che i palestinesi hanno accumulato pietre all’interno del complesso e le hanno scagliate contro il ponte Mughrabi, che conduce al Muro Occidentale, importante luogo sacro per gli ebrei.
Testimoni palestinesi, che hanno parlato a condizione di anonimato, hanno riferito che sulla Spianata delle Moschee a Gerusalemme un piccolo gruppo ha lanciato pietre contro la polizia, che è poi entrata in forze nel complesso, scatenando duri scontri. I palestinesi vedono qualsiasi dispiegamento della polizia ad Al-Aqsa come una provocazione.
Il sito, sacro sia agli ebrei che ai musulmani, è stato spesso l’epicentro dei disordini tra israeliani e palestinesi. Gli scontri nel sito lo scorso anno hanno contribuito a scatenare una guerra di 11 giorni tra Tel Aviv e la Striscia di Gaza.
Gli scontri arrivano in un momento particolarmente delicato. Il Ramadan quest’anno coincide con la Pasqua ebraica e la settimana santa cristiana. Le festività dovrebbero attirare decine di migliaia di fedeli nella Città Vecchia di Gerusalemme, sede dei principali siti sacri per tutte e tre le religioni.
Ore dopo l’inizio degli scontri, la polizia ha affermato di aver posto fine alle violenze e di aver arrestato “centinaia” di sospetti. La moschea è stata riaperta e circa 60.000 persone hanno partecipato alle preghiere del mezzogiorno. Dopo le preghiere, migliaia di palestinesi hanno marciato intorno alla spianata, scandendo slogan a sostegno di Hamas.
La Mezzaluna Rossa palestinese ha riferito di aver curato 152 persone, molte delle quali ferite da proiettili rivestiti di gomma o granate assordanti, o picchiate con manganelli. Una delle guardie del sito è stata colpita a un occhio con un proiettile di gomma. La polizia israeliana ha riferito che tre agenti sono rimasti feriti dal lancio di pietre.
La Giordania e l’Autorità nazionale palestinese hanno rilasciato una dichiarazione congiunta che accusa Israele di “un’escalation pericolosa”.
Il primo ministro israeliano Naftali Bennett ha detto che le autorità “stanno lavorando per calmare la situazione sul Monte del Tempio e in tutto Israele”. “Allo stesso tempo, siamo preparati per qualsiasi scenario”, ha affermato il premier.
La tensione in Medio Oriente è aumentata nelle ultime settimane a seguito di una serie di attacchi da parte di palestinesi che hanno ucciso 14 persone in Israele. In giornata un uomo di 47 anni è stato accoltellato e lievemente ferito in un sospetto attacco terroristico nella città di Haifa. Gli agenti hanno arrestato una ragazza di 15 anni per l’aggressione. Tel Aviv parallelamente ha effettuato un’ondata di arresti e operazioni militari in tutta la Cisgiordania occupata. Venerdì un diciassettenne è morto per le ferite riportate durante gli scontri con le forze israeliane nella città di Jenin. Secondo un conteggio effettuato dall’Associated press, almeno 25 palestinesi sono stati uccisi nella nuova ondata di violenze. Tra loro anche una donna disarmata e un avvocato, ucciso probabilmente per errore.
LaPresse