CASERTA – La Campania è uno dei territori dove c’è il caro premi assicurativi più alto d’Italia. Il perché è strettamente connesso alle numerose truffe che, negli anni, sono state compiute e si continuano a compiere ai danni delle varie compagnie. “Reati simili hanno una ripercussione diretta su tutti i cittadini”, ha evidenziato ieri, in conferenza stampa, il colonnello Manuel Scarso, comandante provinciale dei carabinieri di Caserta.
L’indagine che ieri ha portato all’esecuzione di 23 misure cautelari per altrettanti indagati, dopo che si erano confrontati con il giudice Daniela Vecchiarelli in sede di interrogatorio preventivo, va proprio nella direzione di arginare il fenomeno. “È stata un’attività complessa che ha toccato i cosiddetti colletti bianchi”, ha evidenziato Scarso. “E se ci siamo riusciti è grazie alla sinergia tra i vari reparti dell’Arma, in questo caso il Nucleo investigativo di Aversa e il Nas di Caserta”.
Condotte del genere, oltre a pesare sui costi delle assicurazioni, danneggiano anche le attività degli ospedali. Le false vittime degli incidenti si sono recate negli ospedali anche durante la pandemia, ha rimarcato il colonnello Scarso, ottenendo finanche un accesso prioritario al triage rispetto ai pazienti realmente bisognosi di cure, millantando lesioni pregresse.
A coordinare i carabinieri è stata la Procura diretta da Pierpaolo Bruni: “È un’indagine iniziata dal collega Renzulli – ha chiarito il procuratore – e condotta dal pm Cozzolino. L’inchiesta è riuscita a tracciare e a affermare un fenomeno che ha un carattere sistemico”.
A snocciolare i dati del lavoro svolto è stato il maggiore Michele Piscitelli, guida del Nucleo investigativo di Aversa: “I vertici dell’organizzazione avevano sede nel’Agro aversano e sfruttavano persone che per pochi euro si prestavano a compiere gli illeciti. Ai medici che si prestavano a redigere certificati falsi andavano cifre che oscillavano dai 200 ai 1000 euro”.
All’operazione hanno partecipato anche i militari del Nas, guidati dal tenente colonnello Alessandro Cisternino, comandante del Nas di Napoli, che hanno sequestrato alcuni centri diagnostici. E il materiale al loro interno, ha fatto sapere l’ufficiale, è stato dato in comodato d’uso gratuito all’ospedale Moscati di Aversa.