NAPOLI – Genoa al Maradona, il Parma in trasferta e il Cagliari a Fuorigrotta. Ultime tre tappe per centrare il secondo scudetto in tre anni. Alex Meret muore dalla voglia di diventare il primo portiere titolare della storia del Napoli ad aver vinto il tricolore due volte. In un’intervista esclusiva a ‘Cronache’, l’estremo difensore racconta le emozioni del gruppo e soprattutto la voglia della squadra di mantenere il distacco sull’Inter, che per tutti era la vera favorita per lo scudetto. Ma finora la squadra di Antonio Conte ha avuto la forza di sovvertire tutti i pronostici. Ora però, bisogna completare l’opera, ovvero mantenere i tre punti di vantaggio sino alla fine e ovviamente tagliare il traguardo. Tutta Napoli non aspetta altro.
Meret, che significato ha avuto l’abbraccio dei tifosi a Capodichino dopo una vittoria importante come quella ottenuta sabato a Lecce?
“Prima di tutto voglio ringraziare i tifosi, che non ci fanno mai mancare il loro supporto al Maradona e soprattutto in trasferta. A Lecce abbiamo ottenuto tre punti importati. Siamo felici di poter regalare tante gioie al nostro pubblico. Adesso vogliamo ottenere la soddisfazione più grande”.
Il Napoli è primo in classifica con tre punti di vantaggio sull’Inter a tre giornate dalla fine. Il traguardo non è lontano…
“Stiamo lottando per un grande obiettivo. Siamo vicini, ci crediamo. Però adesso non dobbiamo mollare di un centimetro, perché basta poco per compromettere tutto. Arrivati a questo punto del campionato, sarebbe un vero peccato sciupare tutto. Però, ripeto, siamo concentrati al massimo per vincere lo scudetto”.
Contro Genoa, Parma e Cagliari le ultime tre gare di campionato. Almeno sulla carta sembrano squadre che non hanno molto da chiedere al finale di stagione. Potrebbe essere un’insidia in più?
“Dobbiamo essere consapevoli del fatto che nessuno ci regalerà niente. Anzi, tutti proveranno a toglierci punti. Inoltre credo che Parma e Cagliari saranno ancora in lotta per la salvezza quando le incontreremo noi. Per quanto riguarda il Genoa da affrontare domenica al Maradona, penso che i rossoblù ci potranno mettere in difficoltà visto che arriveranno a Fuorigrotta con la consapevolezza di non aver nulla da perdere. Potranno giocare con serenità. Per questo motivo dovremo stare molto attenti”.
Il Napoli può contare sulla difesa meno battuta d’Europa. Qual è il vostro segreto?
“La cura dei dettagli e la voglia feroce di tutti i giocatori di evitare di prendere gol. I nostri numeri in fase di contenimento non sono solo merito dei difensori. E’ grazie all’impegno di tutti che riusciamo ad avere questo rendimento. Inoltre Conte sa preparare alla grande le partite. Ci mostra immagini tutti i giorni per capire come ci dobbiamo muovere in campo e come neutralizzare gli avversari che via via andiamo ad affrontare”.
Negli anni si è parlato spesso di Koulibaly, Kim e Buongiorno e poco di Rrahmani, eppure questi difensori sono diventati grandi al fianco del kosovaro…
“Guardate, per me anche Amir è un grande calciatore. E’ uno dei leader del gruppo. Si impegna allo spasimo sia in partita sia durante gli allenamenti e merita tutto l’affetto dei compagni e dei tifosi”.
Lei è qui da sette anni ormai, che ruolo ha nello spogliatoio?
“Mi sento uno dei veterani del gruppo. Forse soltanto Contini è qui prima di me. Penso di essere uno dei leader e cerco di aiutare i compagni sia in campo sia nella vita di tutti i giorni. Mi piace mettermi al servizio dei più giovani e insegnare loro come sopportare le pressioni che una grande piazza come Napoli ti fa sentire tutti i giorni”.
Di Lorenzo che capitano è?
“Giovanni è il nostro punto di riferimento. Negli spogliatoi parla poco, ma sa come sostenerti nel lavoro di tutti i giorni. Penso che siamo fortunati ad avere un capitano come lui”.
Al di là di come finirà la lotta scudetto, si può già dire che la stagione del Napoli è stata straordinaria. Avete la percezione di aver riscattato il decimo posto dell’anno scorso?
“Ovviamente le delusioni di un anno fa hanno rappresentato uno stimolo soprattutto all’inizio del campionato. Volevamo dimostrare a tutti che nella scorsa stagione per vari motivi non abbiamo espresso il nostro potenziale. Ci eravamo prefissati di tornare in Europa. Ci siamo riusciti con largo anticipo, ottenendo la qualificazione in Champions. Si tratta di un obiettivo importante per il club, per noi giocatori e per i tifosi”.
In questa stagione, dopo 14 anni, il Napoli non ha disputato le coppe europee. Vi dava fastidio guardare in tv le partite delle altre?
“Diciamo che dopo aver chiuso il campionato scorso al decimo posto, era giusto che in questa stagione non disputassimo le coppe europee. Adesso, però, concentriamoci sul ritorno in Champions. Non vediamo l’ora di tornare a calcare i palcoscenici più prestigiosi”.
Lei è arrivato qui giovanissimo. In che cosa è cresciuto e in quale aspetto intende migliorare?
“Posso dire che nelle ultime tre stagioni di aver goduto di una condizione psicofisica ideale. Per quanto riguarda gli aspetti da migliorare, penso che nella vita non si smette mai di imparare. Io cerco di dare il massimo tutti i giorni e di mettere in pratica i consigli che il mister mi dà quotidianamente”.
In questa stagione in cui il Napoli è stato in vetta per più tempo rispetto alle altre concorrenti, quale tra le parate di cui si è reso protagonista le ha dato più soddisfazione?
“Secondo me gli interventi che nell’economia del campionato hanno avuto un peso particolare sono stati quelli compiuti contro Yildiz nel successo interno contro la Juventus e il rigore parato a Gimenez, sempre al Maradona. Sono state due parate arrivate in due momenti chiave della stagione. Se i bianconeri fossero andati in vantaggio e se il Milan avesse accorciato le distanze qualche minuto prima, forse avremmo rischiato di non vincere e di perdere punti fondamentali nella corsa alla conquista dello scudetto. Per fortuna è andato tutto nel migliore dei modi”.
Quali corde ha toccato Antonio Conte per permettervi di lottare per lo scudetto partendo dal decimo posto dell’anno scorso?
“Io sono arrivato in ritiro un po’ più tardi, perché avevo qualche giorno di ferie in più per aver fatto parte della spedizione dell’Italia agli ultimi Europei. Però, ricordo che sin dal primo giorno di lavoro il mister ci ha dato tante motivazioni. Conte sa entrarti nella testa. Posso dire tranquillamente che lo consideriamo il nostro condottiero e noi siamo i suoi soldati”.
Nel campionato in corso il Napoli è sempre stato nei quartieri alti della classifica. Quando avete capito di poter lottare concretamente per lo scudetto?
“A dire la verità non so dire quale è stato il momento preciso in cui abbiamo accresciuto la nostra consapevolezza. Forse il fatto che le nostre avversarie non hanno sfruttato al meglio le occasioni per prendere il largo ci ha permesso di restare attaccati al treno scudetto e di metterci in una condizione ideale per vincerlo a poche giornate dalla fine”.
In caso di vittoria dello scudetto sarà un successo insperato, proprio come due anni fa…
“Sì, è vero. Nemmeno con mister Spalletti ad inizio campionato eravamo i favoriti. Però a quest’ora eravamo già campioni. Se arriverà, questo sarà uno scudetto sofferto. Stiamo lottando punto a punto. Speriamo di arrivare primi al traguardo, così da assaporare di nuovo sensazioni indimenticabili”.
Ma nello spogliatoio pronunciate la parola scudetto o è meglio affidarsi alla scaramanzia?
“La ricetta giusta comprende lavoro e concentrazione, anche perché come dice Conte in tanti partono per vincere, ma ci riesce una squadra soltanto. Arrivati a questo punto, vogliamo essere noi a conquistare lo scudetto”.
Nel Napoli ha giocato con tanti campioni. Lukaku che cosa vi ha portato?
“La mentalità di chi non si accontenta mai. Romelu ha già vinto, sa come si fa. Per noi è un giocatore fondamentale. Ha segnato tanti gol e soprattutto ha fornito assist decisivi. Finora si è reso protagonista di una stagione eccellente”.
Arrivato dal Manchester United, McTominay ha confermato di essere un centrocampista con i fiocchi…
“Sapevamo che fosse forte, d’altra parte ha giocato per tanti anni in una delle squadre più prestigiose d’Europa. Però devo dire che sono rimasto ugualmente sorpreso dalla sua fisicità e dalla capacità di inserirsi in area di rigore. Infatti il suo bottino di reti è impressionante”.
Dall’azzurro del Napoli a quello della Nazionale. Con l’Italia l’obiettivo è andare al Mondiale…
“Sicuramente, anche perché è da troppo tempo che l’Italia non partecipa a un Campionato del Mondo. Cercheremo di qualificarci, così da dare una soddisfazione a tutti quelli che hanno a cuore la maglia azzurra”.
In Nazionale Donnarumma è titolare inamovibile. Non le pesa giocare così poco con la maglia dell’Italia?
“No, perché far parte del giro della Nazionale rappresenta comunque un grande orgoglio. Davanti a me c’è un portiere straordinario come Donnarumma, che rispetto. A Coverciano ci sono delle gerarchie precise che vanno osservate. Io lo faccio senza alcun problema”.