Messina, trafficavano droga con l’ambulanza durante il lockdown: 8 arresti

Foto Marco Alpozzi/LaPresse

Messina – Trasportavano decine di chilogrammi di marijuana durante i periodi di lockdown da Roma a Pescara e a Messina grazie ad un’ambulanza di una onlus messinese. I finanzieri del nucleo economico finanziario della guardia di finanza di Messina hanno eseguito questa mattina un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di otto persone accusate a vario titolo di associazione a delinquere finalizzata al traffico di droga e spaccio di stupefacenti. L’indagine, coordinata dal procuratore capo di Messina Maurizio De Lucia, ha sgominato un gruppo di trafficanti sull’asse Messina-Roma-Pescara in grado di gestire 90 chili di stupefacente in un solo mese per un giro d’affari di circa un milione di euro.

Nonostante le restrizioni previste dal governo durante il periodo del lockdown, quando a tutti era precluso qualsiasi spostamento per la “zona rossa”, gli otto arrestati nell’operazione di Messina si muovevano indisturbati, trasportando e distribuendo importanti partite di sostanze stupefacenti grazie allo stratagemma dell’ambulanza. I capi dell’organizzazione sono il pregiudicato messinese S.G., 31 anni, contiguo al clan mafioso messinese degli Spartà, ed i pregiudicati catanesi S.C. 44 anni, e L.P., 53 anni, contigui alla famiglia dei Nizza, del clan mafioso catanese Santapaola-Ercolano. I corrieri erano invece i messinesi F.G., 46 anni, e M.F., 40 anni, oltre al brontese A.M., 48 anni, che curavano l’approvvigionamento e la distribuzione della droga in Abruzzo e Sicilia. Droga fornita da un pregiudicato di origini messinesi ma domiciliato a Roma, F.F. alias Gianpiero, di 61 anni.

Le intercettazioni dei capi dell’associazione a delinquere azzerata oggi dalla guardia di finanza di Messina, fotografano un gruppo di elevata caratura criminale, senza scrupoli e pronto ad uccidere pur di salvaguardare il carico di droga.

Come nel caso del secondo carico in ambulanza, bloccato dalla guardia di finanza: del sequestro i capi non sanno ancora nulla e ipotizzano che il corriere sia fuggito con la droga. La reazione intercettata è feroce: “ci ammazziamo la famiglia direttamente…saliamo la e lo scotoliamo”… “che gli sia passato per la testa che si poteva vendere quel coso e se ne scappa con i soldi….gli ammazziamo la mamma, la sorella, i figli, la moglie…che ha figli…moglie?…che ha?….gli sequestriamo la famiglia qua..”.

(LaPresse)

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