MESTRE – Un tragico incidente ha scosso la città di Mestre ieri sera, quando un autobus carico di passeggeri è precipitato per circa 30 metri dal cavalcavia Vempa, causando la morte di 21 persone e lasciando altre 15 ferite, alcune in condizioni gravi.
L’autobus, proveniente dal camping ‘Hu’ di Marghera e trasportante numerosi turisti stranieri di diverse nazionalità, ha sfondato il guardrail del cavalcavia prima di finire sulla sottostante linea ferroviaria e prendere fuoco. Le cause dell’incidente sono ancora in corso di accertamento, ma sembra che sia stata aperta un’inchiesta da parte della procura di Venezia per fare luce sulla dinamica dell’accaduto.
Il rogo che ha distrutto l’autobus sembra aver compromesso completamente i sistemi di videosorveglianza interni, ma alcune telecamere per il controllo del traffico potrebbero essere fondamentali per comprendere meglio gli eventi che hanno portato a questa tragedia. Al momento, non si esclude un possibile malore improvviso del conducente come causa dell’incidente.
Dopo la segnalazione dell’incidente, è stata immediatamente attivata una massiccia operazione di soccorso, con il coinvolgimento dei vigili del fuoco del comando provinciale di Venezia, la polizia ferroviaria, la polizia stradale, i carabinieri e la polizia locale. Anche il personale medico e di emergenza è stato richiamato in servizio, e tutti i mezzi dai diversi presidi ospedalieri sono stati messi a disposizione per assistere i feriti. I Pronto Soccorso degli ospedali di Mestre, Treviso, Padova, Mirano e Dolo sono stati allertati e hanno allestito aree apposite per accogliere un numero significativo di feriti.
Un testimone dell’incidente ha raccontato l’orrore che ha vissuto: “Ho sentito una forte frenata, pensavo che fosse un treno. Poi il rumore dell’impatto, un tonfo. Mi sono allarmato e affacciandomi ho visto il fumo e sentito persone urlare aiuto”. Ha aggiunto: “Mentre stavo raggiungendo l’autobus, le urla si sono trasformate in un silenzio tombale raccapricciante, che mi ha bloccato il sangue. Volevo aiutare ma sono stato bloccato da un mio amico e da una poliziotta, perché l’autobus era ancora in fiamme e a rischio di esplosione. Sono rimasto lì fino all’arrivo dei soccorsi, che sono arrivati dopo una ventina di minuti”.