ROMA – Con tre stazioni della metropolitana chiuse nel cuore del centro storico, la prima ‘testa’ a cadere è la società di manutenzione. Come annunciato, la sindaca capitolina Virginia Raggi ha ufficializzato, con un tweet, la rescissione del contratto “per gravi e inconfutabili ragioni“. Sulla stessa linea l’Atac, la società di trasporto pubblico locale, che annuncia di valutare ulteriori azioni nei confronti della ditta Metro Roma, anche di natura risarcitoria.
Ragioni ‘gravi e inconfutabili’ ben evidenti ai migliaia di utenti, romani e turisti
La fermata Repubblica, la più vicina a quella di Termini che coincide con la stazione ferroviaria, è chiusa dall’ottobre scorso, quando la scala mobile si accartocciò sotto i piedi dei tifosi del Cska Mosca, ferendone 23. Quella di piazza Barberini è off limits da giovedì scorso, quando un gradino della scala mobile è collassato, provocando il cedimento di parte della struttura.
La stazione Spagna è chiusa dallo scorso sabato per verifiche tecniche
Di fatto, salendo a Termini, la prima fermata utile al momento è quella di piazzale Flaminio, alle spalle di piazza del Popolo, bypassando tutto il centro dello shopping e dei monumenti. Per sopperire ai disagi è stato istituito un servizio di navette, potenziato per assicurare – traffico permettendo – una frequenza di cinque minuti.
Di certo non basta a placare l’ira dei romani, che temono soprattutto la durata degli interventi di ripristino: Repubblica è chiusa dallo scorso ottobre e riaprirà, secondo programma, soltanto a maggio.
In una nota, Atac assicura di essere impegnata “su diversi fronti” per ridurre al massimo i tempi di chiusura delle tre stazioni centrali e di stare lavorando per riaprire la stazione Spagna, la cui chiusura è stata determinata dalla decisione del responsabile degli impianti, intervenuta dopo il sequestro disposto dalla magistratura degli impianti di Barberini, di fermare le scale mobili presenti che sono della stessa tipologia di Barberini.
“L’azienda infine ha preso atto che alcuni tecnici responsabili degli impianti di traslazione hanno rimesso l’incarico – continua la nota – A tal proposito Atac ricorda che la decisione di rimettere l’incarico, a norma di legge, non avrà effetto prima di 90 giorni, durante i quali verranno trovate tutte le opportune soluzioni“.