Microsoft: antitrust Gb avvia un’indagine sull’acquisizione di Activision

Microsoft (AP Photo/Michel Euler, File)

LONDRA – Il piano di Microsoft per l’acquisto dell’azienda di videogiochi Activision Blizzard per 69 miliardi di dollari ha subito una potenziale battuta d’arresto, dopo che le autorità di regolamentazione britanniche hanno dichiarato che la loro indagine antitrust doveva esaminare più da vicino l’affare dopo aver individuato problemi di concorrenza. La Competition and Markets Authority (Cma) ha dichiarato di temere che l’operazione da 69 miliardi di dollari possa danneggiare i rivali limitando il loro accesso ai giochi di Activision Blizzard. Inoltre, teme che la società combinata soffocherebbe la concorrenza nel mercato emergente del cloud gaming.

L’Antitrust ha dato a entrambe le società cinque giorni di tempo per presentare proposte per rispondere alle sue preoccupazioni, altrimenti avrebbe intensificato l’indagine con ulteriori controlli. L’autorità di vigilanza aveva aperto un’indagine iniziale a luglio per valutare se l’operazione avrebbe comportato una “sostanziale riduzione della concorrenza” nel Regno Unito. L’accordo, interamente in contanti, è destinato a essere il più grande nella storia dell’industria tecnologica. Darebbe a Microsoft, produttore della console e del sistema di gioco Xbox, il controllo di popolari franchise di giochi come Call of Duty, World of Warcraft e Candy Crush.

“A seguito della nostra indagine di fase 1, temiamo che Microsoft possa utilizzare il suo controllo su giochi popolari come Call of Duty e World of Warcraft dopo la fusione per danneggiare i rivali, compresi i rivali recenti e futuri nei servizi di abbonamento a più giochi e nel cloud gaming”, ha dichiarato in un comunicato stampa Sorcha O’Carroll, direttore senior delle fusioni dell’ente di vigilanza. Il presidente di Microsoft, Brad Smith, ha dichiarato che l’azienda è “pronta a lavorare con la CMA sui prossimi passi da compiere e a rispondere alle sue preoccupazioni”.

Le autorità di regolamentazione della concorrenza di tutto il mondo stanno sottoponendo la transazione, annunciata a gennaio, a una raffica di controlli. Finora solo l’Arabia Saudita aveva annunciato l’approvazione dell’operazione da 69 miliardi di dollari. Gli organi di controllo della concorrenza, dalla Nuova Zelanda al Brasile, stanno ancora esaminando l’acquisto, così come le autorità di regolamentazione statunitensi, incoraggiate dal presidente Joe Biden a rafforzare l’applicazione delle leggi antitrust. L’intensificazione dell’esame si inserisce nella crescente sensazione che le revisioni passate delle fusioni di Big Tech siano state troppo permissive, come nel caso dell’acquisto di Instagram da parte di Facebook nel 2012 e di WhatsApp nel 2014.

LaPresse

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