Aquarius: Governi Ue assegnino un luogo sicuro per lo sbarco di 141 persone

In risposta alla crisi umanitaria in corso nel mar Mediterraneo centrale, venerdì la nave di ricerca e soccorso Aquarius, noleggiata da Sos Mediterranee e gestita in collaborazione con Medici Senza Frontiere (MSF), ha tratto in salvo 141 persone.

 

 

MILANO (LaPresse) – Migranti, Aquarius: Governi Ue assegnino un luogo sicuro per lo sbarco di 141 persone. In risposta alla crisi umanitaria in corso nel mar Mediterraneo centrale, venerdì la nave di ricerca e soccorso Aquarius, noleggiata da Sos Mediterranee e gestita in collaborazione con Medici Senza Frontiere (MSF), ha tratto in salvo 141 persone.

Le due organizzazioni chiedono ai governi europei di assegnare un luogo sicuro di sbarco più vicino possibile in conformità con il diritto internazionale marittimo, in modo che le persone salvate in mare possano essere sbarcate e l’Aquarius possa continuare a fornire la necessaria assistenza umanitaria, si legge in una nota diffusa da Medici Senza Frontiere. Venerdì mattina, 10 agosto, l’Aquarius ha salvato 25 persone trovate alla deriva su una piccola barca di legno senza motore a bordo. Si ritiene che siano rimaste in mare per quasi 35 ore. Più tardi, nel corso della stessa giornata, ha avvistato una seconda barca di legno sovraffollata con 116 persone a bordo, compresi 67 minori non accompagnati.

 

Più del 70% delle persone salvate proviene dalla Somalia e dall’Eritrea. Le condizioni di salute delle persone soccorse sono stabili al momento, ma molte sono estremamente deboli e denutrite. Molte persone riferiscono di essere state detenute in condizioni disumane in Libia. Durante entrambe le operazioni di salvataggio, l’Aquarius ha informato delle operazioni svolte tutte le autorità competenti tra cui i Centri nazionali di coordinamento del soccorso marittimo (MRCC) di Italia, Malta e Tunisia oltre al Centro di coordinamento congiunto di soccorso (JRCC) libico, che ha confermato di essere l’autorità che coordina i salvataggi.

Il Centro di coordinamento congiunto di soccorso libico ha informato l’Aquarius che non avrebbe assegnato un luogo sicuro di sbarco e ha ordinato alla nave di richiederlo a un altro centro di coordinamento. Così l’Aquarius si sta ora dirigendo verso nord per richiedere il luogo di sbarco più vicino a un altro Centro di Coordinamento.

Le dichiarazioni di Nick Romaniuk coordinatore per la ricerca e il soccorso

“In questo momento stiamo seguendo le istruzioni del Coordinamento congiunto di soccorso libico e contatteremo gli altri Centri di coordinamento. Per un posto sicuro dove sbarcare le persone soccorse che abbiamo a bordo”, ha dichiarato Nick Romaniuk, coordinatore per la ricerca e il soccorso di Sos Mediteranee. “Ciò che è di massima importanza è che i sopravvissuti siano portati senza ritardi in un luogo sicuro. Dove si possa rispondere ai loro bisogni di base e dove possano essere protetti dagli abusi”.

“I governi europei hanno fatto tutto il possibile per sostenere il Centro di coordinamento dei soccorsi libico. Tuttavia gli eventi di venerdì mostrano che non hanno assolutamente la capacità di coordinare un salvataggio”, ha dichiarato Aloys Vimard, coordinatore di MSF a bordo di Aquarius. “Un soccorso non è completo fino a quando non avviene lo sbarco in un luogo sicuro. Il Centro di coordinamento dei soccorsi libico ci ha chiaramente detto che non ce lo avrebbe assegnato. Inoltre non ha informato l’Aquarius delle imbarcazioni in pericolo di cui era a conoscenza, nonostante noi fossimo nelle vicinanze e avessimo offerto la nostra assistenza. Siamo stati fortunati ad aver avvistato noi stessi queste barche in pericolo”, ha aggiunto.

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