MILANO – Al via da lunedì primo luglio i servizi di pattugliamento misto tra la Polizia di frontiera italiana e quella slovena. Questo lungo la comune fascia confinaria delle provincie di Trieste e Gorizia, sul versante italiano, e di Koper e Nova Gorica, su quello sloveno. Lo annuncia il Viminale spiegando che in tale ottica, il personale della Polizia di Frontiera dei due Paesi, che verrà impiegato nei servizi, ha già effettuato un training operativo nel corso del quale sono state condivise, alla luce delle rispettive legislazioni, le modalità tecnico operative da adottare.
La decisione
Il protocollo sottoscritto nei giorni scorsi tra i direttori dell’Immigrazione e delle Frontiere dei due Paesi, si fonda sulle positive esperienze di analoghe forme di cooperazione transfrontaliere. Cooperazioni già avviate dal Dipartimento della Pubblica Sicurezza, con le Autorità di Polizia di altri Paesi confinari quali l’Austria, la Svizzera e la Francia. L’accordo consentirà di rafforzare attività di contrasto all’immigrazione irregolare lungo la cosiddetta ‘rotta balcanica’. Questa da qualche tempo, è interessata da una ripresa dei flussi migratori . Flussi attraverso la Bosnia Herzegovina, la Croazia e la Slovenia, giungono in Friuli Venezia Giulia.
Il proclamo
Il dispositivo si aggiunge a quelli già in atto, quotidianamente predisposti dalla Polizia di Frontiera e dalle Questure. I servizi sono effettuati anche sulla base delle informazioni d’intelligence. “Dalle parole ai fatti – dichiara il ministro dell’Interno Matteo Salvini – dopo aver chiuso i porti, riducendo gli sbarchi dell’85% rispetto a un anno fa, ora sigilliamo le frontiere a Est. Dimostra la serietà delle nostre intenzioni: collaborare con altri Paesi europei per fermare l’immigrazione clandestina è possibile. Presto incontrerò Massimiliano Fedriga per studiare ulteriori soluzioni”.
LaPresse