Migranti, il sindaco di Lampedusa: “Non si può fare campagna elettorale sui morti”

" Pensavo, speravo di non dover più assistere a scene di questo tipo ma invece è successo di nuovo"

Foto Fabio Cimaglia / LaPresse

MILANO – “La prima telefonata mi è arrivata in piena notte: ‘Sindaco, venga in banchina al molo Favaloro. C’è stato un naufragio, ci sono dei morti…’. Pensavo, speravo di non dover più assistere a scene di questo tipo ma invece è successo di nuovo. Un’altra strage insensata, dolorosa e assurda. Voglio dirlo chiaro e tondo alla classe politica, ed a tutti quelli che alimentano propaganda: nessuno si permetta di speculare su questi morti, non si può fare campagna elettorale sulla pelle della gente. Bisogna avere la forza di sedersi attorno ad un tavolo e discutere dei tanti aspetti legati al tema delle migrazioni”. Lo scrive sulla sua pagina Facebook il sindaco di Lampedusa, Totò Martello, commentando il naufragio della notte tra domenica e lunedì al largo dell’isola.

L’appello

“Mi rivolgo al Governo italiano ma anche all’Europa: si devono coinvolgere i Paesi rivieraschi del Mediterraneo ed individuare soluzioni concrete per aprire canali regolari e sicuri, togliendo queste persone dalle mani di delinquenti senza scrupoli. Ed al tempo stesso bisogna sostenere Lampedusa, come gli altri territori di frontiera che non possono sopportare da soli il peso di questa situazione – continua il primo cittadino nel post -. Serve un impegno vero e tangibile in questa direzione altrimenti sarà solo questione di tempo, e fra qualche settimana o fra qualche mese saremo costretti a commemorare altri morti. Non si può continuare così, a che serve il cordoglio, a cosa servono le lacrime se poi non si fa nulla di concreto? Cos’altro deve accadere per mettere fine a tutto questo?”, conclude Martello.

LaPresse

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