Migranti, la marina Libica contro la Gna: “Lasceremo liberi quelli riportati a terra”

- La marina libica accusa il Governo di accordo nazionale (Gna) di mancanze nella presa in carico dei migranti recuperati in mare, affermando che potrebbe essere costretta a lasciarli liberi dopo averli riportati sulla terraferma.

TRIPOLI – La marina libica accusa il Governo di accordo nazionale (Gna) di mancanze nella presa in carico dei migranti recuperati in mare, affermando che potrebbe essere costretta a lasciarli liberi dopo averli riportati sulla terraferma. Le persone riportata nel continente vengono accolte da ong che le rifocillano. Tuttavia poi sono prese in carico da agenti dell’organo per il contrasto all’immigrazione del ministero dell’Interno del Gna, appoggiato dall’Onu. Vengono quindi rinchiuse nei centri di detenzione, senza libertà di movimento, luoghi descritti dalle ong come zone dove non esistono diritti e avvengono violenze. Inoltre dove vivono almeno 5.200 persone, secondo l’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim). La marina, che non può esercitare la propria autorità fuori dai porti, è tenuta a mantenere le persone sotto il proprio controllo. Ciò almeno sino a quando non le consegna alle autorità dell’Interno.

La situazione

Tuttavia, i migranti sono costretti spesso ad attendere a lungo sui pontili, dormendo a terra al sole e senza ripari. Ciò prima che le autorità vengano a prenderli, ha denunciato il generale Ayoub Kacem, portavoce della marina. “Siamo consapevoli delle difficoltà e delle sfide cui l’organo anti-immigrazione deve far fronte. Però temiamo che in futuro saremo costretti a liberare i migranti dopo il salvataggio”, ha aggiunto. Ha fatto l’esempio di 45 persone, tra cui 35 uomini, otto donne e due bambini, soccorsi mercoledì: hanno dovuto attendere 24 ore prima di essere portati nel centro detenzione di Janzour, vicino Tripoli. “I numerosi appelli” al ministero dell’Interno, ha proseguito, “sono rimasti senza risposta”.

LaPresse

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