ROMA – Saranno riportati a Misuraca i 100 migranti che da ieri pomeriggio si trovavano nel Mediterraneo, in acque libiche, e chiedevano aiuto perché il natante sul quale si trovavano era in avaria.
L’appello umanitario
A lanciare l’appello, dopo che già sabato c’erano state decine di morti nel Mediterraneo per un altro barcone che ha iniziato a imbarcare acqua durante la ‘traversata’ dalle coste libiche verso l’Italia, era stato Alarm Phone, il sistema di allerta telefonica che indica i natanti in difficoltà. Stavolta si trattava di un’imbarcazione con 100 migranti.
Per ore sono rimasti in mare, senza essere aiutati perché tutti i porti erano chiusi. Essendo però in acque territoriali libiche il governo giallo-verde ha rispedito al mittente le richieste di sbarco sulle coste italiane, ricevendo come risposta un fermo “tornate indietro, tornate in Libia”.
La lunga trattativa e poi la risoluzione
Dopo un lunghissimo tira e molla, la soluzione è stata quella che voleva l’Italia: nessuno sbarco. A soccorrere il natante, con a bordo anche un bambino privo di conoscenza o forse già morto, è stata una nave cargo battente bandiera della Sierra Leone. Ha soccorso i circa 100 migranti e poi ha preso la rotta della Libia: tornerà a Misurata per far sbarcare i disperati.
Le accuse del governo a Libia, Malta e Francia
L’ennesima tragedia del mare, visto che sicuramente si registreranno morti considerando le numerose ore trascorse in mare, ha fatto scattare, ancora una volta, la critica, da parte del governo giallo-verde, nei confronti della Libia, di Malta e della Francia.
Le autorità libiche, nonostante siano state più volte contattate anche dall’Italia per provvedere al salvataggio del natante, essendo questo in acque territoriali di Tripoli, hanno, sostanzialmente, ignorato le richieste. Quindi il pressing di Palazzo Chigi, con il premier Giuseppe Conte in prima linea, si è fatto sempre più forte. Fin quando non si è raggiunto l’accordo di far intervenire il cargo della Sierra Leone, visto che Tripoli continuava a giustificarsi con la mancanza di motovedette.
In attesa del salvataggio dei migranti, iniziato attorno alle 22 e terminato solo dopo diverse ore, il governo ha anche puntato il dito contro altri partner del Mediterraneo. In particolare Malta, accusata ancora una volta di infischiarsene di ciò che accade nel Mediterraneo nonostante abbia sottoscritto patti per il salvataggio dei migranti.
Particolarmente dura la posizione nei confronti della Francia. Di Maio ha criticato i transalpini per un “colonialismo” che esisterebbe “ancora oggi” ma che comunque non impedirebbe alla Francia di “chiudere gli occhi” su ciò che accade nel Nord Africa e nel Mediterraneo. Addirittura Di Maio ha chiesto all’Unione Europea di predisporre sanzioni nei confronti della Francia.
Il futuro dei migranti
I migranti salvati saranno adesso riportati a Misurata, e non a Tripoli come inizialmente (ed erroneamente) annunciato dal ministro dei Trasporti Danilo Toninelli. Questo nonostante i migranti abbiano chiesto di non essere riportati in Libia per non ritrovarsi rinchiusi nei centri di detenzione allestiti sulle coste dello Stato nordafricano.