Migranti: oltre 100 morti e dispersi in un naufragio al largo della Tunisia

Gli imbarcati erano su un mezzo che poteva sostenere al massimo 70/90 persone

LP / AFP PHOTO / ELVIS BARUKCIC

SFAX (TUNISIA) (LaPresse/AFP) – La marina tunisina prosegue le ricerche al largo della regione di Sfax. Per trovare i dispersi e possibili sopravvissuti all’indomani del naufragio che ha provocato la morte di dozzine di migranti. Secondo un rapporto ufficiale tunisino, ancora provvisorio, sono stati recuperati 48 cadaveri. 68 persone sono state salvate. In totale erano almeno 180 i passeggeri a bordo del barcone diretto verso l’Europa. Un mezzo dalla capacità massima tra le 75 e le 90 persone, stando a quanto hanno raccontato i sopravvissuti. Un portavoce dell’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (Oim), Flavio Di Giacomo, ha riferito che oltre 100 persone potrebbero essere morte in mare.

La barca è stata avvistata dalle autorità tunisine nella notte tra sabato e domenica, mentre stava già colando a picco non lontano dall’arcipelago di Kerkennah.

Le operazioni di ricerca sono durate tutta la giornata e poi sono riprese lunedì con l’aiuto di nove unità navali, un elicottero e diversi sommozzatori. Ma le condizioni meteorologiche sfavorevoli, con vento forte e visibilità limitata, rendono difficile il lavoro dei soccorritori. Secondo il direttore dell’ospedale universitario Sfax, Ali Ayadi, tra i morti accertati ci sono al momento 31 tunisini. Il portavoce dell’Oim ha calcolato che “almeno 180 migranti hanno lasciato la Tunisia a bordo del peschereccio. 68 persone sono state salvate, altre 60 sono state trovate senza vita. Quindi ci dovrebbero essere circa 50-52 dispersi. Il bilancio finale potrebbe essere di 110-112 morti”.

Se così fosse, quello di domenica sarebbe il peggiore naufragio nel Mediterraneo di quest’anno.

Lo scorso 2 febbraio, 90 persone, per lo più pachistane, sono annegate al largo delle coste della Libia. Le autorità stanno cercando otto delle “persone coinvolte nell’organizzazione del viaggio, che sono state identificate e provengono dall’arcipelago di Kerkennah”, ha detto il portavoce del Ministero degli interni tunisino. Dopo questa tragedia, è stata istituita una “unità di crisi”, presieduta dal primo ministro Youssef al-Shahed, che ha chiesto di smantellare “il più velocemente possibile le reti criminali che sfruttano i giovani che cercano di emigrare e mettono le loro vite in pericolo”.

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