MILANO – “Medici senza frontiere (Msf) annuncia la ripresa delle attività di ricerca e soccorso nel Mediterraneo centrale e condanna l’inazione criminale dei governi europei. Il ritorno in mare avviene dopo due anni di una sostenuta campagna dei governi europei per bloccare ogni tipo di azione umanitaria nel Mediterraneo. E dopo la normalizzazione di politiche punitive che continuano a causare morti in mare e terribili sofferenze in una Libia devastata dal conflitto”. Lo si legge in una nota di Msf.
La nuova nave Ocean Viking, gestita in partnership da MSF e SOS Méditerranée, partirà per il Mediterraneo centrale intorno alla fine del mese.
L’annuncio di Medici senza frontiere
“Torniamo in mare per salvare vite. E non possiamo restare in silenzio mentre persone vulnerabili subiscono sofferenze evitabili”, dice Claudia Lodesani, presidente di Msf in Italia. “Se i leader europei condannano l’uccisione di migranti e rifugiati vulnerabili in Libia – continua – devono anche garantire la ripresa di operazioni di ricerca e soccorso ufficiali. Sbarchi in luoghi sicuri e l’immediata evacuazione e chiusura di tutti i centri di detenzione arbitraria. L’ipocrisia del crescente supporto fornito alle intercettazioni in mare e al ritorno forzato delle persone negli stessi luoghi dove vengono perpetrate le violenze, lascia intendere che quelle condanne sono solo parole vuote. Di finta compassione”.
“I governi europei vogliono far credere che la morte di centinaia di persone in mare e la sofferenza di migliaia di rifugiati e migranti intrappolati in Libia siano un prezzo accettabile per le politiche di controllo della migrazione”, dichiara Sam Turner. Capo missione di Msf per le attività di ricerca e soccorso e la Libia. “La cruda realtà – aggiunge – è che mentre sbandierano la fine della cosiddetta crisi migratoria in Europa fanno consapevolmente finta di non vedere la crisi umanitaria che queste politiche perpetuano in mare e in Libia. Queste morti e sofferenze sono evitabili e finché continueranno, non possiamo restare a guardare”.
(LaPresse)