Migranti: nascosti in furgone per entrare in Italia dalla Bosnia, 3 denunciati

Due giovani algerini e un marocchino sono giunti nel reggiano nascosti, ad insaputa del conducente, sul rimorchio di un camion partito dalla Bosnia e diretto in un’azienda del comprensorio ceramico reggiano

Foto Carlo Lannutti / LaPresse

MILANO – Due giovani algerini e un marocchino sono giunti nel reggiano nascosti, ad insaputa del conducente, sul rimorchio di un camion partito dalla Bosnia e diretto in un’azienda del comprensorio ceramico reggiano. Lo comunicano i carabinieri di Scandiano (Reggio Emilia), che hanno trovato i tre migranti chiusi nel rimorchio. I tre, un 21enne marocchino e due algerini di 32 e 44 anni, sono stati condotti in caserma. Dopo essere stati fotosegnalati e identificati, sono stati denunciati alla Procura reggiana con l’accusa di ingresso e soggiorno illegale nel territorio dello Stato Italiano.

I fatti sono accaduti ieri sera intorno alle 23.30 quando, su richiesta dei carabinieri di Reggio Emilia, una pattuglia si è recata in via Pedemontana a Scandiano. Questo in quanto era stato segnalato un grosso camion con tendone rosso che probabilmente aveva delle persone nel cassone. A richiedere l’intervento l’uomo che conduceva l’auto che stava seguendo il camion, che mentre si fermava sugli incroci o sulle rotonde sentiva delle voci di persone e delle botte sulle porte in alluminio.

 Dopo aver aperto le porte del cassone, all’interno venivano individuate le tre persone sprovviste di documenti, che si trovavano a bordo all’insaputa del conducente, identificato in un cittadino bosniaco. Si accertava che i tre erano saliti a bordo del cassone ad insaputa del conducente, mentre il camion era fermo in un’area di parcheggio in Bosnia ed erano all’interno del cassone da due giorni.

I tre stranieri, dopo essere stati sottoposti ai controlli sanitari venivano quindi condotti in caserma, identificati e denunciati. I migranti sono stati inoltre avviati presso gli uffici della Questura di Reggio Emilia per le procedure relative alla loro eventuale regolarizzazione.

(LaPresse)

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