La Sea Watch non sbarcherà in Libia. La Ong si rifiuta di lasciare i 52 migranti che ieri ha raccolto in mare sulla costa di Tripoli. “Non è un porto sicuro – fanno sapere dalla nave -. Riportare coattivamente le persone soccorse in un Paese in guerra, farle imprigionare e torturare è un crimine. E’ vergognoso che l’Italia promuova queste atrocità e che i governi UE ne siano complici”.
L’intervento della Sea Watch ha fatto drizzare le antenne a Matteo Salvini. Il capo del Viminale teme che la Ong stia puntando a Lampedusa. Se l’imbarcazione non dovesse obbedire alla direzione fornita dall’autorità libica, fanno sapere dal ministero, verrà sanzionata: “Mette a rischio la vita degli immigranti – ha commentato il leghista – ne risponderà pienamente. Aveva il via libera allo sbarco, l’atteggiamento della Sea Watch sembra un vero e proprio sequestro di persona per motivi politici. Polemizza col Viminale sulla pelle degli immigrati”.
E dalla Ong tedesca subito è arrivata la replica: quelle del capo del Viminale sarebbero dichiarazioni “diffamatorie”. L’operato della nave, invece, si è sempre sostanziato “in legittima attività di soccorso e salvataggio “. Secondo Sea Watch, inoltre le autorità libiche non le hanno dato alcuna indicazioni da poter rispettare. Stando alla normativa internazionale il trasbordo di migranti in Liba che fuggono dalla guerra.