Milano (LaPresse) – “Gattuso? Non ci siamo mai sentiti. Ho solo voluto dirgli che stava sbagliando a insistere sulla preparazione atletica nelle sue interviste, si stava esagerando su un aspetto che mi tocca profondamente. Lui sta facendo bene ma non è giusto toccare le mie competenze”. Così l’ex allenatore del Milan Vincenzo Montella entra a gamba tesa sul suo successore in rossonero, Rino Gattuso. “Ho cinque-sei anni di esperienza in più di Serie A, penso di avere conoscenze maggiori di chi dice certe cose – aggiunge l’Aeroplanino alla Gazzetta dello Sport – dati alla mano sfido chiunque in un confronto pubblico sul tema. Un conto è quanto corri, un altro l’intensità che ci metti”. E a proposito di Gattuso, anche lui ha rischiato l’esonero. “In vita mia non ho mai gioito per una disgrazia altrui. Resto concentrato su di me, mi sarebbe interessato poco o niente”, la replica di Montella.
L’ex allenatore del Siviglia torna sul passato a Milanello
Il suo esonero arrivò dopo un pareggio, ma non è l’unico motivo di rimpianto. “No. Uno perché ci furono più occasioni per poter vincere, e due perché dai dirigenti non c’era più fiducia, ed era palese da tempo. Il mio errore più grave fu assecondare la società nel modo di rivolgersi alla gente – ricorda Montella – si crearono aspettative enormi. O comunque troppo grandi per una squadra che partiva con undici giocatori nuovi, molti senza una storia da Champions League. Dovevamo tenere un profilo molto più basso. Mi è rimasta la sensazione di un lavoro incompiuto: avremmo potuto crescere insieme e invece non c’è stato il tempo”. In bacheca resta la Supercoppa Italiana vinta a Doha. “Razionalmente sarei dovuto andar via dopo quella vittoria. Ma al Milan ero e sono legato e grato. La voglia di continuare era troppa – ammette – come l’orgoglio di aver sollevato un trofeo contro una squadra imbattibile, e la lucidità poca”.