MILANO – Da quando a Paquetà si è aggiunto Piatek, l’effetto volano del mercato invernale sul trend rossonero da incognita è diventato certezza. Dopo lo 0-0 di Milan-Napoli in campionato, con i primi minuti giocati insieme dal brasiliano e dal polacco nel finale di gara, sono arrivati i quattro gol del pistolero e il gol condito da due assist del giovane carioca. La doppietta di coppa Italia di Piatek con un gol su assist del brasiliano, la premiata ditta che si ripropone per il gol del momentaneo vantaggio rossonero a Roma, fino al Milan-Cagliari 3-0 con il sigillo dell’uno e dell’altro. Tutto fin troppo bello, se il Milan non fosse atteso nella tana dello spauracchio del momento: l’Atalanta di Gasp.
“Parliamo di una grande squadra, sarà una bella partita”, sono le prime frasi della settimana sul prossimo, caldissimo, anticipo del sabato fra Atalanta e Milan. Le ha pronunciate il presidente del club bergamasco, Antonio Percassi. E’ già spareggio Champions, con il numero uno orobico che sottolinea: “La Champions sarebbe una cosa incredibile, un vero sogno. Credo comunque che realisticamente sarebbe fantastico vincere la Coppa Italia”.
Il clima duro di lotta e di contrasti che attende il Milan a Bergamo, sarà un banco di prova importante anche per i due del mercato rossonero, per Kris Piatek e per Lucas Paquetà. Ma se tifosi e opinione pubblica si erano già abituati ai gol del pistolero, la new entry della sfida con i sardi è stato il brasiliano. I suoi numeri della partita non mentono. 11,25 km percorsi, 53 palloni toccati, 36 passaggi, 4 contrasti vinti, 3 dribbling, 2 cambi di gioco, 2 palloni rubati, 2 falli subiti, 2 passaggi chiave, 1 tiro, 1 gol.
A tutto questo si aggiunge la linearità della prolificità di Kryzstof Piatek che sta vivendo un momento del tutto positivo con il Milan. Il polacco si è sbloccato contro il Napoli, nella sfida di Coppa Italia, dopo aver esordito sempre contro i partenopei in Serie A. Da quel momento, l’ex Genoa ha sempre segnato in tutte le tre partite consecutive, firmando quattro reti. Un Piatek che preferisce il soprannome ‘Pistolero’ al nomignolo di Robocop, affibbiatogli da Gattuso. “Io sono Piatek, un pistolero”, ha evidenziato il centravanti polacco riferendosi alla maniera di esultare dopo un gol. Piccole dispute, nomignoli, coreografia. In effetti Robocop è una immagine mediatica, mentre fra i tifosi rossoneri è ormai diventato virale sui social e sugli smartphone il coro dell”Alè Piatek alè, Boom boom, boom boom’ accreditando la sostanza di un pistolero sportivo con tanti colpi, leggi gol, in canna.
Restano però ancora alcune nubi all’orizzonte dei due dioscuri del mercato invernale rossonero. Ex milanisti come Pirlo e Costacurta si sono dichiarati televisivamente ancora freddini su Paquetà: “Buon giocatore, ma niente più”. “Non mi dice granché”, i pareri dei due campioni d’Europa e del mondo con il Milan. Nonostante le 7 partite giocate in 29 giorni, avrà ancora tempo e modo Paquetà per invertire giudizi di questo e di altro segno. Dal canto suo Piatek è sul punto di prestare il fianco ad una condizione non simpaticissima per una squadra importante. Fra non molto, se continuerà a tenere questa media realizzativa, potrebbe farsi strada il concetto del Milan Piatek-dipendente. Anche per questo, dopo i primi 65 minuti di Milan-Cagliari, Rino Gattuso ha preferito tenere caldo, coinvolto e sul pezzo Patrick Cutrone. Richiamando in panchina il bomber polacco e dando spazio e visibilità al giovane comasco.
(LaPresse)