Milano, Di Montigny: “In corso le ultime riflessioni, se accetto porto la mia visione”

Le parole del possibile candidato alla carica di sindaco della città meneghina

Oscar Di Montigny (foto pagina facebook)

ROMA – “Le ultime riflessioni prima di sciogliere la riserva le sto facendo proprio a casa”. Risponde così Oscar Di Montigny, 51 anni, milanese, dal 2000 uomo in Banca Mediolanum, possibile candidato del centrodestra a sindaco di Milano. “Cosa mi preoccupa? La politica ha una copertura mediatica senza regole, per ora nessuno è d’accordo, ma nessuno neanche in disaccordo”.

Così spiega intervistato dal Corriere della Sera, evitando di sbilanciarsi sulla possibilità di avere Gabriele Albertini come vice: “Se non mi sono ancora espresso su me stesso, sarebbe presuntuoso farlo sul vicesindaco. Mio suocero, Ennio Doris, mi dice sempre di tenere distinta la politica dagli affari. Ora però sono convinto che sia una fase in cui bisogna sporcarsi le mani”. “Se accetto porto la mia visione”, sottolinea, “a me interessa la prospettiva e se guardo avanti vedo innovazione e sostenibilità”. “Un’idea sana non è di destra o di sinistra – evidenzia ancora -. Mi hanno già attaccato troppe etichette. Le mie citazioni non le ho lette sui libri: cito Gandhi perché sono amico di sua nipote Tara. Cito la clown-terapia di Patch Adams, perché l’ho portato in Italia io”.

Secondo Oscar di Montigny adesso Milano ha bisogno “di un’operazione come quella di Mario Draghi: ora deve comandare l’obiettivo”. “La sicurezza è centrale. Come le altre tre S: scuola, sanità, socialità. Manca un’azione per contenere l’esplosione di depressione che la pandemia ha generato – spiega -. La sofferenza ha costretto tutti a un momento introspettivo. Sono contrario alla narrativa del ritorno alla normalità, al concetto di resilienza, dobbiamo uscirne migliori”.

(LaPresse)

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