TORINO – Non l’ha presa benissimo, il sindaco di Milano. Perché quando Beppe Sala ha visto le immagini dei navigli affollati come in un maggio qualsiasi pre-coronavirus, con tanti ragazzi appiccicati uno all’altro e senza la protezione della mascherina, non è più riuscito a frenare la rabbia ed è sbottato: “Questo è uno di quei momenti in cui bisogna incazzarsi”, l’incipit in videoconferenza da palazzo Marino.
La rabbia di Sala
E, in effetti, il sindaco si è incazzato: o si cambia registro o vengono chiusi i Navigli, che sono lo struscio della movida pre-Covid, locali alla moda, spritz e gioventù spensierata. Troppo spensierata: “Quelle immagini sono vergognose, Milano ha bisogno di tornare a lavorare. La-vo-ra-re”, la seconda parte della riflessione ad alta voce. Perché “non permetterò che quattro scalmanati senza mascherina, seduti uno vicino all’altro, mettano in discussione tutto. Sono pronto a chiudere i Navigli e a bloccare l’asporto”, la minaccia non proprio campata in aria.
Galli lancia l’allarme
Milano non è indisciplinata, lo “è l’uno per cento”. Ma basta e avanza per rimettere tutto in discussione a alzare un’altra curva, quella della preoccupazione. Anche perché l’infettivologo dell’ospedale Sacco, Massimo Galli, non ha usato perifrasi per scattare l’istantanea da brividi del capoluogo lombardo: “Quella di Milano è un po’ una bomba, appunto perché in tanti sono stati chiusi in casa con la malattia. Abbiamo un numero altissimo di infettati, che ora tornano in circolazione. È evidente che sono necessari maggiori controlli. Mi chiedo perché da noi ci sia stato un atteggiamento quasi forcaiolo nei confronti dell’uso dei test rapido, il ‘pungidito’, che poteva comunque essere utile”. Un domanda che resta appesa nell’aria, per adesso senza risposta.
Controlli massicci sui Navigli
L’immagine della bomba, consegnata alle colonne di Repubblica, magari spaventerà qualche milanese superficiale e pericoloso per la comunità. Intanto, il Comune ha annunciato che intensificherà i controlli sui Navigli, “anche se qui non stiamo giocando a guardie e ladri”, ha tenuto a precisare il sindaco Sala. Basterà questa sfuriata?
(LaPresse/di Vittorio Oreggia)