Minacce social ai familiari di Santo Romano: “I vostri nomi sulle pallottole della mia pistola”

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Santo Romano in foto

CASORIA – Nuove, inquietanti minacce sono comparse sui social media nei confronti della famiglia di Santo Romano (nella foto), il 19enne di Casoria ucciso con un colpo di pistola nella notte tra il 1° e il 2 novembre 2023 a San Sebastiano al Vesuvio. “I vostri nomi sono sulle pallottole della mia pistola”, si legge su un post su TikTok. A denunciarlo è l’avvocato Marco De Scisciolo, legale della famiglia, che ha annunciato la presentazione di una nuova denuncia all’autorità giudiziaria. “Si tratta di fatti che riteniamo gravissimi – ha dichiarato – e che meritano l’attenzione immediata della magistratura”.

Secondo quanto riportato, le minacce sarebbero arrivate da profili TikTok riconducibili ai sostenitori del minorenne arrestato per omicidio. Proprio lo stesso giovane, fa sapere De Scisciolo, era stato trovato in possesso di due cellulari in due diversi istituti penitenziari minorili, oltre che – in un caso – di un coltello rudimentale.

“Sono stati proprio i nostri esposti – prosegue il legale – a portare al sequestro dei dispositivi. Ma pochi giorni dopo, dagli stessi profili, sono comparsi messaggi carichi di odio e minacce inequivocabili contro la famiglia Romano, evidentemente in risposta alle nostre denunce”. Tra i contenuti incriminati, uno in particolare colpisce per la sua brutalità: “I vostri nomi sono sulle pallottole della mia pistola”.

Un’escalation che solleva interrogativi inquietanti non solo sul clima d’odio che continua a circondare la vicenda, ma anche sulle falle all’interno del sistema penitenziario minorile. Come sia possibile che un giovane detenuto riesca ad avere accesso a cellulari – e persino ad armi rudimentali – è una domanda che merita risposte urgenti. “Non possiamo permettere che i familiari di una vittima vengano ulteriormente colpiti da queste intimidazioni – conclude De Scisciolo – Chiediamo tutela e giustizia”.

La famiglia di Santo Romano, da mesi impegnata a chiedere verità e rispetto per la memoria del ragazzo, oggi si ritrova nuovamente bersaglio di minacce che riportano alla luce tutto il dolore di una ferita ancora aperta. La speranza è che le istituzioni intervengano con determinazione, non solo per assicurare i responsabili alla giustizia, ma anche per restituire un minimo di serenità a chi è già stato profondamente colpito da una tragedia irreparabile.

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