MARCIANISE – Avrebbero costretto un minore, con deficit psichiatrico, a prostituirsi: è la gravissima accusa che la Procura di Napoli contesta a tre persone. Un reato che, se dovesse rivelarsi fondato, provato, andrebbe a tracciare uno spaccato sociale tragico, allarmante, reso tale non solo da chi ha organizzato il mercimonio del corpo del ragazzino (quando aveva 16 anni), ma anche da chi ‘comprava’ quelle prestazioni sessuali. E tre di loro – degli ‘compratori’ -, infatti, pure sono stati messi sotto inchiesta.
Nelle scorse ore, il pubblico ministero Luigi Santulli della Procura partenopea ha dichiarato conclusa l’attività investigativa preliminare su questo delicato caso giudiziario e il prossimo step sarà quello di valutare se procedere o meno con la richiesta di processo.
A rischiare, quindi, l’eventuale dibattimento sono: P. P.,, 28enne con radici a Marcianise, ma residente a Recale; F.M., 32enne di Recale; e F. A. M., 34enne originario di Napoli. Stando alla tesi degli inquirenti, sarebbero stati loro, con ruoli diversi, ad organizzare la prostituzione del 16enne.
In un caso – e veniamo agli altri tre indagati – avrebbero portato il minore presso la casa di V.B., 49enne di Orta di Atella, e questi, versando denaro, avrebbe consumato il rapporto sessuale con la vittima. In un altro caso sarebbe stato il solo P.P. a portare il minore presso la casa di I.C., 34enne di Marcianise, dove quest’ultimo, dopo aver concordato la somma da versare, avrebbe avuto un rapporto sessuale con l’allora 16enne.
Stessa dinamica quella che vedrebbe coinvolto A.C., 58enne di Maddaloni: pure lui avrebbe pagato per consumare una prestazione sessuale presso la propria casa con il minore, accompagnato lì – dice l’accusa – sempre da P.P. Ai 6 indagati elencati viene contestato il reato di prostituzione minorile.
Già così, questa storia tracciata dagli inquirenti di Napoli – qualora i giudici dovessero ritenerla vera – appare inquietante. Ma a renderla ulteriormente sinistra c’è anche un altro elemento: la droga. Quando M. – ricostruisce l’accusa – accompagnò in un’altra circostanza la vittima da V.B., avrebbe ottenuto da quest’ultimo della droga come contropartita. E la cocaina, sostiene la Procura, sarebbe stata data anche al minore. B., inoltre, avrebbe ricevuto da M. il cellulare per contattare il 16enne e indurlo ad avere con lui ulteriori rapporti sessuali a pagamento, operazione che si sarebbe poi concretizzata garantendo alla vittima 500 euro.
Tornando al denaro: la somma che avrebbe ricevuto il minore è stata poi oggetto, afferma l’accusa, di un’estorsione. M. avrebbe preso la vittima per il collo, minacciandolo di farle del male se non avesse ceduto quanto aveva ricevuto da B.. Gli episodi contestati si sarebbero verificati Gli indagati sono tutti da ritenere innocenti fino a un’eventuale sentenza di condanna irrevocabile. L’eventuale processo potrebbe anche dimostrare la loro estraneità alle accuse contestate. Nel collegio difensivo, gli avvocati Sabato Graziano, Carmine Nacca, Agostino Russo e Vincenzo Restivo.
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