Abusi, maltrattamenti in casa, violenze sessuali dove le vittime sono bambini e adolescenti. Un fenomeno odioso che nel 2021 ha fatto segnare un record triste e preoccupante: sono infatti stati 6.248 i reati commessi contro i minori lo scorso anno in Italia. I dati, elaborati dal Servizio Analisi Criminale della Direzione Centrale Polizia Criminale, sono stati resi noti dalla Fondazione Terre des Hommes nel Dossier indifesa ‘La condizione delle bambine e delle ragazze nel mondo’ 2022 in occasione della Giornata delle bambine che si celebra l’11 ottobre in tutto il mondo.
Sconfortante anche il dato relativo alle sole violenze sessuali: nel 2021 sono state il 64%, record assoluto con 1.332 casi di cui le giovani sono l’88% delle vittime. Nel 2021 si è registrato un balzo dell’8% dei reati a danno di minori dal 2020 (5.789 casi) e dell’89% dal 2004 (3.311 casi). In tutti i reati a sfondo sessuale considerati, la prevalenza delle vittime è in larga parte di genere femminile. Fra questi quelli in cui si registrano la percentuale più alta di vittime bambine sono la violenza sessuale aggravata (per cui si registra una percentuale dell’88% di vittime femmine) e la violenza sessuale (per cui le vittime di genere femminile sono l’87%). Ed è così anche per gli atti sessuali con minorenne (83%) la detenzione di materiale pornografico (82%) la corruzione di minore (76%) la prostituzione minorile (67%) e per la pornografia minorile (69%). Nei confronti dei minori sono aumentati anche i reati fra le mura domestiche da parte di familiari e conviventi, che nel 2021 hanno riguardato 2.501 giovani, al 54% di genere femminile. L’aumento dall’anno precedente è del 5%, ma nel 2020 – in piena pandemia di Covid – era stato toccato il record con 2.337 casi, mentre il dato dal 2004 è aumentato del 233%.
“Nel 2021 si assiste, per quasi tutti i reati analizzati, a un incremento dal 2020, anno tuttavia particolare perché segnato dalle restrizioni legate alla pandemia. Dai dati emerge un fenomeno non marginale e molto grave per le conseguenze sullo sviluppo psico-fisico delle vittime”, ha dichiarato nel rapporto di Terre des Hommes Stefano Delfini, direttore del Servizio Analisi Criminale della Direzione Centrale della Polizia Criminale del Dipartimento della Pubblica Sicurezza, facendo riferimento alle gravi conseguenze psicologiche protratte nel tempo. Delfini ha sottolineato inoltre “la necessità di prevenire e contrastare i reati, nonché dell’azione sinergica di tutti gli attori, istituzionali e non, a sostegno delle vittime” Il direttore generale di Terre des Hommes ha evidenziato che “è fondamentale lavorare sulla raccolta dati per far emergere gli episodi di violenza che rimangono ancora sommersi. Tuttavia, dobbiamo anche concentrare il nostro impegno su informazione e sensibilizzazione, perché, non dobbiamo dimenticarlo, le radici della violenza di genere rimangono soprattutto culturali. In questo Terre des Hommes c’è e ci sarà, in un lavoro di squadra con le Forze di polizia, il mondo della scuola e dello sport, con gli ospedali e un network sempre più ampio di associazioni e enti locali”.
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