Minori, Conte: “Bambini in povertà assoluta siano priorità della politica”

"In Italia quasi un milione e quattrocentomila bambini vivono in povertà assoluta, un dato inaccettabile che dovrebbe essere la vera e principale priorità della politica".

Foto Mauro Scrobogna / LaPresse Nella foto: Giuseppe Conte

“In Italia quasi un milione e quattrocentomila bambini vivono in povertà assoluta, un dato inaccettabile che dovrebbe essere la vera e principale priorità della politica. I bambini sono i primi a essere colpiti dalle crisi di cui noi adulti siamo responsabili. I loro diritti ad assistenza sanitaria, nutrizione, istruzione e protezione adeguate sono costantemente sotto attacco a causa della crisi economica e di quella climatica”. Lo scrive sui social il presidente del M5s Giuseppe Conte. “Sull’infanzia e sull’adolescenza – aggiunge – si riversano tutte le conseguenze delle disuguaglianze e dei divari sociali e territoriali. Pensate: ci sono 3,7 anni di differenza tra l’aspettativa di vita di chi nasce a Caltanissetta e di chi nasce a Firenze. Addirittura ci sono oltre 12 anni di differenza di vita in buona salute tra chi nasce nella provincia di Bolzano e chi nasce in Calabria. E tra le bambine la forbice è ancora più ampia. La povertà economica si traduce in povertà educativa, abbandoni scolastici, scarso accesso ai servizi dedicati all’infanzia e sanitari”.

“Oggi – prosegue Conte – si celebra la Giornata internazionale dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, ed è l’occasione per ribadire la necessità assoluta di mettere i bambini e la loro salute al centro di tutte le scelte politiche.

Tagliare il reddito di cittadinanza, fare scelte che mettono a rischio l’ambiente, spaccare l’Italia in 20 sistemi scolastici e sanitari differenti, sono scelte che mettono al rischio il futuro di una generazione di bambini e di adolescenti, già fortemente colpiti dalla pandemia. Lo ricorderemo ogni giorno a questo governo, perché le scelte sbagliate ricadono, oggi più che mai, sui nostri figli. Dare centralità ai ragazzi significa restituire diritti, non tagliarli”.

LaPresse

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