MILANO (AWE/LaPresse) – Su impulso del ministro Luigi Di Maio e del sottosegretario Michele Geraci, il ministero dello Sviluppo economico ha istituito la Task Force Cina. Un meccanismo operativo di lavoro, cooperazione e dialogo fra governo, associazioni di categoria e società civile. Volto all’elaborazione di una nuova strategia nazionale di sistema. Destinata a rafforzare le relazioni economiche e commerciali con la Cina. Secondo quanto annunciato dallo stesso dicastero in una nota.
Task Force Cina: gli obiettivi principali
La task force verrà infatti coordinata dalla segreteria del sottosegretario Geraci. E si avvarrà del contributo delle direzioni generali del Mise e del ministero degli Esteri competenti in materia di politica commerciale internazionale e di internazionalizzazione e promozione degli scambi. Oltre che del retreat annuale di Yanqi Lake coordinato dall’Ambasciata d’Italia in Cina.
Tra gli obiettivi primari della Task Force Cina, segnala il Mise, si evidenzia quello di potenziare i rapporti fra Cina e Italia in materia di commercio, finanza, investimenti, ricerca e sviluppo e cooperazione in Paesi terzi. Facendo sì che l’Italia possa posizionarsi come partner privilegiato e leader in Europa in progetti strategici. Quali la Belt and Road Initiative e Made in China 2025.
Cooperazione e dialogo tra Cina e Italia
Nel dettaglio, il meccanismo si occuperà quindi di incentivare l’ingresso in Italia di capitali strategici e gli investimenti diretti di natura greenfield. Favorire gli investimenti cinesi in titoli di Stato e di imprese private, promuovere l’export italiano in Cina e il turismo cinese in Italia. Assistere le imprese italiane del comparto agro-alimentare a cogliere le opportunità di esportazione e di internalizzazione e localizzazione in Cina. Facilitare l’espansione in Cina e in Italia della green economy. Aiutare le imprese italiane ad agganciare i programmi di investimenti cinesi finanziati dalla Belt and Road Initiative. Valorizzare i meccanismi di collaborazione scientifica e ricerca e sviluppo fra istituti e laboratori di ricerca, università e imprese. E rafforzare la cooperazione con la Cina in Africa.
Il made in Cina: rischi e opportunità
“Il cambiamento che vuole realizzare questo governo, in uno spirito armonico e di concertazione con tutte le parti interessate, passa anche attraverso la costituzione di questo innovativo strumento di riflessione, analisi e intervento. Di cui ci vogliamo dotare per fornire una risposta concertata e ben informata nel dialogo con la Cina. Questa Cina, che ha lanciato il suo ambizioso programma di avanzamento tecnologico Made in China 2025 e che ha un immenso mercato interno sempre più desideroso di beni di qualità, presenta per l’Italia dei rischi. In quanto sempre più concorrente diretto nel comparto manifatturiero”.
“Ma anche delle imperdibili opportunità. Sia sul piano dell’incremento del nostro export sia per quanto riguarda l’attrazione degli investimenti. E’ giunto il momento per l’Italia di cogliere queste opportunità e cavalcare l’onda cinese. Invece di lasciarci travolgere da essa”, ha commentato il sottosegretario Geraci. “Nei miei dieci anni vissuti in Cina ho constatato che agire in modo individuale e disconnesso è una strategia perdente nei confronti della Cina. E’ invece utile avere un approccio sistemico”.